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Storia

II media - Unità 16 - XVIII/XIX sec - La Rivoluzione francese

Introduzione

La Rivoluzione francese è l'evento che pose fine alla monarchia francese e diede inizio alla repubblica. L'evento è così importante che viene considerato il periodo in cui si chiude l'età moderna e comincia l'età contemporanea.

Il contesto

Alla fine del Settecento la Francia era una potenza mondiale: con i sui 25 milioni di abitanti era il Paese più popoloso d'Europa e le recenti vittorie contro l'Inghilterra nella guerra di Indipendenza americana avevano aumentato il prestigio del paese.

Tuttavia i problemi non manavano.  Tra 1787 e 1788 una grave crisi agricola colpì il Paese a causa dei raccolti molto scarsi dovuti alle pessime condizioni metereologiche.  Il prezzo del grano e di conseguenza del pane crebbe a dismisura e nelle città e nelle campagne scoppiarono numerosi disordini.

Il terzo stato inoltre era stanco e vessato. La società francese infatti era ancora divisa nei tradizionali tre ordini della nobiltà, del clero e del terzo stato e mentre i primi due godevano di molti privilegi, il terzo stato (formato da borghesi, professionisti, artigiani e contadini) portava tutto il peso delle tasse.

Ma il problema principale del paese era il debito pubblico che cresceva senza che si riuscisse a ridurlo con i normali mezzi. La pressione fiscale sul terzo stato era ormai elevatissima e per far fronte ai vari problemi ci sarebbe stato bisogno di imporre tasse anche ai ceti privilegiati.

Questi però si opposero a qualsiasi riforma e fu così che nel 1789 il re Luigi XVI  convocò gli Stati generali, un'assemblea composta dai rappresentanti dei tre stati che non veniva più convocata da centinaia di anni. Fu un evento fondamentale.

La rivoluzione del 1789 e la costituzione del 1791

Gli inizi: il giuramento della pallacorda e l'Assemblea Costituente

Gli Stati generali si riunirono solennemente nel maggio del 1789. Al clero toccarono 291 deputati, 270 alla nobiltà e 578 al Terzo Stato. Fin da subito sorsero contrasti sul sistema di votazione. Nobiltà e clero chiesero che si votasse "per stato" ossia che ogni ordine esprimesse collettivamente un solo voto mentre il terzo stato voleva che si votasse "per testa" cioè che ogni deputato votasse individualmente. Poiché gli interessi di clero e nobiltà coincidevano quasi sempre, votando per ordine, disponendo di due voti su tre, avrebbero finito per mettere sempre in minoranza il terzo Stato.

Poiché non si riusciva a decidere ed erano ormai passate 5 settimane, i rappresentanti del Terzo Stato  si proclamarono Assemblea nazionale si riunirono nella palestra della pallacorda (una specie di tennis), e giurarono solennemente che non si sarebbero sciolti finché non avessero dato alla Francia una Costituzione (giuramento della pallacorda dal nome del luogo in cui avvenne il giuramento). A questi si unirono alcuni rappresentanti del clero e della nobiltà e successivamente, su invito del re, anche tutti gli altri si unirono all'assemblea che venne chiamata Assemblea Nazionale Costituente perché avrebbe dovuto preparare la nuova costituzione.

Il 14 luglio: la presa della Bastiglia

Nel frattempo il re, con la scusa di mantenere l'ordine pubblico, faceva confluire truppe a Parigi e a Versailles. Questo gesto fu visto come la prova che il re e i nobili stavano tramando contro l'Assemblea e il 14 luglio la rabbia del popolo esplose contro la fortezza della Bastiglia considerata dal popolo il simbolo del potere assoluto.

I contadini bruciano i castelli: la fine del sistema feudale

Nel frattempo nelle campagne si diffuse la voce di una congiura di nobili e i contadini, esasperati, presero d'assalto i castelli dove erano conservati i documenti che attestavano i loro obblighi feudali. L'Asemblea costituente che fino ad allora aveva trascurato le campagne, per porre fine ai disordini, votò la soppressione dei privilegi della nobiltà (4 agosto) e pochi giorni dopo, sull'esempio degli Stati Uniti d'America, approvò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino (26 agosto) in cui si proclamava che tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, e hanno diritto alla proprietà privata, alla sicurezza, alla libertà di parola, di stampa e di opinione.

Le donne marciano su Versailles

La Costituzione civile del clero

La costituzione del 1791

Nel 1791 l'Assemblea terminò i suoi lavori: la Francia divenne una monarchia costituzionale: al re restava il potere esecutivo, mentre quello di fare le leggi fu assegnato a un'assemblea legislativa e quello giudiziario alla magistratura.

La fuga del re

Nel frattemponell notte tra il 20 e il 21 giugno 1791, travestito da valletto di corte , il re e la regina tentarono di scappare da Parigi alla volta del Belgio dove già tanti nobili francesi avevano trovato riparo. Il re e la regina però furono riconosciuti al confine e ricondotto a parigi dalla guardia nazionale. La notizia fu un vero colpo per i francesi e anche molti di coloro che erano sempre stati fedeli al re cominciarono a diffidare della monarchia.

La situazione politica

Nel frattempo le posizioni politiche si erano condensate attorno a tre gruppi: i giacobini, i girondini e i foglianti.

I giacobini  erano guidati da Maximilien Robespierre.

I girondini, dal nome di un dipartimento francese da cui proveniva la maggior parte di loro, che volevano l'abolizione della monarchia e l'istituzione di una repubblica federale.

i foglianti che erano moderati e favorevoli al re e credevano nella monarchia costituzionale.

A questi vanno aggiunti i sanculotti che non erano un vero e proprio movimento politico ma erano costituiti da bottegai e piccoli artigiani e chiedevano la riduzione del prezzo del pane e accusavano il re di essere un traditore.

Gli schieramenti in Parlamento

Nel settembre del 1791 furono indette le elezioni per eleggere i membri dell'Assemblea legislativa che si riunì il primo ottobre dello stesso anno.

L'Assemblea legislativa si divideva in tre grandi orientamenti:

  • I più moderati formarono la Destra, (perché sedevano alla destra del presidente) formata da circa 260 deputati appartenenti per la amggior parte al club dei foglianti, erano favorevoli alla monatrchia costituzionale.
  • La Sinistra, meno numerosa (136 deputati), era costituita da deputati membri del club dei Giacobini e dei Girondini; si trattava di uno schiearmento molto sospettoso nei confronti di Luigi XVI.
  • I restanti 345 deputati stavano al centro dei due schieramenti e formavano "la Palude". Erano a favore degli ideali della rivoluzione e votavano generalmente a sinistra ma non avendo però una forte caratterizzazione politica poteva capitare che sostenessero anche proposte provenienti da destra.

 

La Francia dichiara guerra all’Austria

Intanto le potenze europee, spaventate da quanto stava succedendo in Francia, si stavano alleando con lo scopo di ripristinare la monarchia assoluta in Francia. Nel 1792, l’Assemble anticipò i suoi avversari dichiarando guerra all’Austria; la scelta era appoggiata dal re che apparentemente sembrava aver abbracciato la causa della Rivoluzione, ma in verità sperava nella sconfitta del suo popolo con cui si sarebbe potuta restaurare la monarchia assoluta.

Le prime operazioni militari si trasformarono in un disastro per la Francia in quanto l'esercito, e soprattutto i suoi comandanti, erano poco motivati.

Di fronte al pericolo incombente tutto il paese si mobilitò; l’Assemblea proclamò la “Patria in pericolo” e da tutto il paese affluirono a Parigi schiere di volontari. La guerra assunse un carattere popolare. C'era tra di loro anche un battaglione proveniente da Marsiglia che marciava al ritmo di un nuovo canto rivoluzionario: la Marsigliese, il futuro inno nazionale della Francia.

 

La monarchia sotto accusa

Nel frattempo le armate austriache minacciarono un massacro se fosse stato fatto del male al re e alla regina. In questo clima, i sanculotti arrestarono la famiglia reale, sciolsero l’Assemblea legislativa e imposero nuove elezioni a suffragio universale maschile, per formare una nuova assemblea che fu chiamata Convenzione nazionale.

 

La repubblica e la morte di Luigi XVI

Nella sua prima riunione,  il 21 settembre 1792, la Convenzione proclamò la Repubblica e ordinò che il re fosse processato per altro tradimento. Scoperti dei documenti che ne attestavano i rapporti con i sovrani stranieri, fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793.

 

La costituzione che non fu mai approvata

Nel giugno del 1793 fu approvata una nuova costituzione che la cui applicazione, su proposta di Robespierrel, fu rimandata al tempo di pace.

 

Per salvare il Paese dalla catastrofe, Robespierre instaura il Terrore

La decapitazione di Luigi XVI scosse i sovrani dell'intera Europa che si unirono in funzione antifrancese dando vita alla Prima coalizione. Di fronte a questo pericolo mortale e in presenza di una crisi economica spaventosa, la Convezione indisse una leva obbligatoria di 300.000 uomini, fra cui anche i contadini. Il provvedimento suscitò la rivolta della Vandea, una regione profondamente cattolica che non aveva mai accettato la Costituzione civile del clero. Ben presto la rivolta si trasformò in guerra civile.

Occorrevano misure d’emergenza e Robespierre prese in mano la situazione: sciolse la Convenzione, formò un Comitato di salute pubblica e istitui tribunali speciali, quindi indisse una leva di massa e successivamente instaurò una dittatura che chiamò “Terrore” (autunno 1793 - estate 1794). Durante questo periodo fece decapitare migliaia di “nemici della Rivoluzione”, assunse il controllo di tutta la vita economica della nazione e infine autorizzò la repressione della Vandea.

 

Il colpo di stato di Napoleone Bonaparte pone fine alla Rivoluzione

Il Terrore salvò la Francia, ma Robespierre continuò sulla strada delle esecuzioni anche quando, sconfitti nemeci esterni ed interni, la gente era ormai stanca di tutto questo orrore. Così, proprio quando sembrava non avere più rivali, Robespierre fu tradito, arrestato e condannato a morte (27 luglio 1794). Gli autori della congiura contro il dittatore emanarono la Costituzione del 1795 con cui riaffermarono la repubblica, ma riproposero il voto su base censitaria. Affidarono il potere a un Direttorio che governò fino al 1799 anno in cui Napoleone, con un colpo di Stato, si impossessò del potere. La Rivoluzione francese era finita.


LA RIVOLUZIONE FRANCESE CRONOLOGIA ESSENZIALE
   
1789 (5 maggio) si riuniscono gli Stati generali
1789 (17 giugno - 20 giugno - 9 luglio)  Assemblea nazionale - giuramento della Pallacorda - Assemblea nazionale costituente
1789 (14 luglio) presa della Bastiglia
1789 (20 luglio - 6 agosto) Grande paura
1789 (4 agosto) legge che sancisce fine del regime feudale
1789 (26 agosto)  Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino
1791 (giugno) tentativo di fuga del re
1791 (settembre) approvazione della costituzione (voto basato sul censo). La Francia diventa una monarchia costituzionale
1792 (20 aprile) la Francia dichiara guerra ad Austria e Prussia
1792 (10 agosto) il popolo arresta il re, e obbliga l'Assemblea legislativa a indire nuove elezioni a suffragio universale
1792 (21 settembre) proclamazione della repubblica
1793 (21 gennaio) Luigi XVI viene ghigliottinato
1793 guerra civile in Vandea, Robespierre scioglie la Convenzione e forma il Comitato di salute pubblica
1793-1794 periodo del Terrore
1794 (27 luglio)  Roberspierre viene ghigliottinato - ha termine il Terrore
1795-1799 Direttorio
1795 il Direttorio emana una nuova costituzione (repubblica con sistema elettorale censitario)

Materiali e risorse varie


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