NOTIZIA NOTIZIA LETTERATURA
1. Giovanni Verga
1.1. Biografia
Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri, si forma nella scuola di Antonino Abbate, un letterato patriota il cui influsso si nota nelle sue prime opere come Amore e Patria (scritto a 16 anni) che parla proprio delle lotte risorgimentali o i Carbonari della montagna. Studia Diritto ma lascia ben presto gli studi per dedicarsi alla scrittura. E' un convinto sostenitore della causa unitaria tanto da arruolarsi nella guardia nazionale.
Il primo grande cambiamento nella vita di Verga avviene quando l'autore si trsferisce a Firenze (in quel momento capitale d'Italia); in questo periodo la sua cultura si fa ancora più ricca e scrive opere come Una peccatrice (1966) caratterizzate da una marcata sensibilità romantica. A Firenze conosce Luigi Capuana, considerato il teorico del Verismo.
Successivamente (1972) si trasferisce a Milano, dove si trova a contatto con l'ambiente del tardo Romanticismo e della "Scapigliatura", movimento artistico che sfidava la cultura tradizionale. Negli anni intorno al 1880, influenzato soprattutto dal Naturalismo e dallo scrittore francese Zola, spinto dal successo delle novelle Nedda e Rosso Maplelo (1978), Verga abbraccia pienamente il Verismo e scrive le sue opere più importanti: le raccolte di novelle Vita dei campi e Novelle rusticane (1883) e i romanzi I Malavoglia (1881, il suo capolavoro) e Mastro don Gesualdo (1988).
Nel 1893 decide di lasciare Milano per tornare a Catania dedicandosi all'amministrazione delle sue proprietà e riducendo notevolmente l'attività letteraria.
Negli anni, si schiera su posizioni politiche reazionarie e autoritarie, arrivando a sostenere la repressione violenta dei moti di Milano del 1898, l'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale e gli eventi che porteranno all'ascesa del fascismo.
Nel 1920 viene nominato senatore.
Muore nel 1922.
1.2. Le opere
Le opere di Giovanni Verga sono tante; le più importanti però sono le seguenti, tutte appartenenti al periodo verista:
Queste opere sono solo alcune delle più significative del repertorio di Verga, che ha saputo catturare con maestria le tensioni sociali, le passioni umane e il paesaggio della Sicilia nel suo tempo cambiando per sempre la letteratura italiana.
1.3. Lingua e stile
Per raggiungere l'obiettivo del realismo, Verga adotta non solo il punto di vista e il pensiero dei personaggi, ma anche il loro modo di esprimersi, ricreando le forme tipiche del linguaggio usate oralmente. Per dar voce ai suoi personaggi Verga non riporta fedelmente il dialetto siciliano (un'opera scritta in dialetto siciliano difficilmente sarebbe stata compresa al di fuori della Sicilia), bensì si serve delle strutture grammaticali e sintattiche proprie del dialetto, insieme a proverbi e modi di dire siciliani.
Per fare qualche esempio tra le tecniche più comuni ci sono le seguenti:
Altro pilastro dello stile verghiano è il canone dell'impersonalità. Questo consoste in una narrazione condotta in maniera distaccata, senza giudizi dell'autore, e che anzi, sembra far sparire completamente l'autore. La narrazione è rigorosamente in terza persona.
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