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Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto nasce a Reggio Emilia nel 1474. Dopo avere seguito il padre in giro per l'Italia, inizia a Ferrara gli studi giuridici, che presto abbandona per dedicarsi alla letteratura.

Nel febbraio 1500, alla morte del padre, costretto ad occuparsi della famiglia, si mette al servizio del cardinale Ippolito d'Este e prende gli ordini minori, che gli assicurano alcuni benefici ecclesiastici. Alla corte degli Estensi a Ferrara, Ariosto svolge mansioni di funzionario e diplomatico che non lo entusiasmavano ma in questo periodo entra in contatto con i principali letterati e uomini di cultura del tempo. Lavora a diverse opere tra cui la più celebre, l'Orlando furioso.

Nel 1517, Ippolito diventa vescovo di Agria, in Ungheria; Ariosto rifiuta di seguirlo e poco dopo passa al servizio del duca Alfonso d'Este, che lo nomina governatore della Garfagnana, una zona della Toscana infestata da briganti, che Ariosto amministra bene e in cui riesce a ripristinare l'ordine.

Nel 1525 torna a Ferrara, dove realizza il suo sogno di una vita tran quilla coltivando l'attività poetica e gli affetti familiari. Nel 1532 pubblica la terza edizione dell'Orlando furioso. Muore a Ferrara nel 1533.

 

L'Orlando furioso

L'Orlando furioso è un poema cavalleresco in quarantasei canti per un totale di quasi 40.000 versi endecasillabi suddivisi in ottave, cioè strofe di otto versi. Iniziato tra il 1504 e il 1506, ebbe varie edizioni (nel 1516 e nel 1521) fino a quella definitiva nel 1532.

 

L'ottava è tradizionalmente il metro tipico del genere cavalleresco, che canta le gesta dei cavalieri medievali, guerrieri a cavallo il cui ideale di vita era basato sulla lealtà verso il proprio signore, sul coraggio e sul valore guerriero, sulla religiosità e sull'onore. In particolare, i cavalieri della corte di Carlo Magno, detti paladini, e le loro avventure costi tuiscono l'argomento dell'Orlando furioso.

 

L'Orlando furioso si ricollega al cosiddetto "ciclo carolingio", un insieme di poemi cavallereschi (della seconda metà dell'XI secolo), il primo e più famoso dei quali è la Chanson de Roland ("Canzone di Orlando"). Questi poemi sono incentrati sulla figura del paladino Orlando, cavaliere di Carlo Magno, caduto nel 778 in un'imboscata a Roncisvalle. In queste opere, Orlando viene presentato come un guerriero valoroso, difensore della cristianità, e fedelissimo di Carlo Magno.

L'opera dell'Ariosto è una continuazione di un'altra opera, l'Orlando Innamorato di Mattea Maria Boiardo che aveva introdotto un'importante novità. Infatti nell'opera del Boiardo oltre al tema cavalleresco, tipico del ciclo bretone, è presente il tema dell'amore e della magia che normalmente apparteneva alla tradizione del "ciclo arturiano" o "bretone", una serie di opere incentrate sulla figura di re Artù.

Il poema porta alle estreme conseguenze le novità del Boiardo: qui infatti Orlando non solo è innamorato ma  addirittura impazzisce per amore!

 

Il contenuto

L'Orlando furioso si apre con la fuga di Angelica dall'accampamento cristiano, inseguita da Orlando e da altri cavalieri cristiani e saraceni innamorati di lei e prosegue con una serie di vicende molto variegate. Per semplificare possiamo raggruppare il tutto in i tre filoni narrativi principali:

  • il primo è quello della guerra tra musulmani (Saraceni) e cristiani, che fa da sfondo all'intera narrazione e si conclude con la vittoria dei secondi.
  • il secondo tema è quello della vicenda amorosa incentrata sulla bellissima Angelica, in fuga da numerosi spasimanti, tra i quali il paladino Orlando, di cui viene sin dalle prime ottave preannunciata la pazzia. Le ricerche dei vari cavalieri per conquistare Angelica si rivelano tutte vane, dal momento che la donna sposerà l'umile fante musulmano Medoro, causando la follia di Orlando il cui senno finirà sulla Luna e sarà ritrovato poi da Astolfo che si recherà lì per ritrovarlo.
  • Il terzo motivo è quello encomiastico o celebrativo e consiste nelle peripezie che portano alla realizzazione dell'amore tra Ruggiero, cavaliere pagano discendente del troiano Ettore, e la guerriera cristiana Bradamante;  dopo la conversione di Ruggiero al termine della guerra i due si ricongiungeranno e da questa unione discenderà infatti la Casa d'Este.

 

Perché l'Orlando furioso è importante

Il Furioso si presenta dunque come opera simbolo di un mondo, quello cortigiano e rinascimentale, proprio al momento della sua crisi: lo sguardo all'indietro e il tono nostalgico dell'incipit rivela già un rimpianto per una civiltà al tramonto, devastata dalle incursioni straniere.

Tutta l'opera però sembra trasmettere un importante messaggio: l'uomo è destinato ad inseguire invano i propri desideri, che siano la ricerca dell'onore o il possesso di beni materiali. Tutti i personaggi rincorrono qualcosa d'inafferrabile, che compare e subito sparisce. Come dice Remo Ceserani: “Nessuno trova quello che cerca. Tutti trovano quello che non cercano.”

Lingua e stile

Caratteristica fondamentale dell'opera è il continuo intrecciarsi delle vicende dei diversi personaggi, che costituiscono molteplici fili narrativi, tutti armonicamente tessuti insieme.


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