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Storia

II media - Unità 18 - XIX sec - Il Congresso di Vienna, la Restaurazione e i primi moti del Risorgim

Il Congresso di Vienna e la Restaurazione

Tra il 1814 i il 1815 si riunirono a Vienna le potenze che avevano sconfitto Napoleone e tutta una serie di Stati minori con il doppio scopo di restaurare l'Ancient Regime e di garantire all'Europa la pace. Il Congresso, dominato dalla figura del Metternich, primo ministro dell'Impero Austriaco, lavorò basandosi su due principi: l'equilibrio e il legittimismo.

In base al principio dell'equilibrio, per garantire la pace, nessuno stato avrebbe dovuto superare gli altri in potenza; purtroppo però, l'applicazione di questo principio portò un grosso problema costituito dal fatto che i nuovi confini degli stati furono stabiliti senza tener conto delle aspirazioni dei popoli.

Il principio del legittimisvo consisteva invece nel rimettere sul trono le case regnanti spazzate via da Napoleone; fu così che in Francia tornarono i Borbone. Il principio però non fu sempre rispettato: a Venezia, che Napoleone aveva venduto all'Austria, non fu restituita la propria indipendenza.

I paesi più forti, su iniziativa della Russia, si unirono in un'alleanza chiamata Santa Alleanza che aveva lo scopo di reprimere qualsiasi iniziativa rivoluzionaria e più in generale contrastare qualsiasi aperura moderna liberale e democratica. L'Inghilterra, che non ne condivideva certi aspetti, diede invece origine alla Quadruplice Alleanza.

Inizia così il periodo chiamato Restaurazione perché appunto voleva far tornare l'Europa com'era prima della Rivoluzione Francese. La Restaurazione fu caratterizzata da feroci repressioni nei confronti di tutti coloro che si sentivano traditi o non condividevano quanto deciso durante il Congresso di Vienna.

Moti carbonari

Per organizzare le rivolte contro la Restaurazione nacquero le società segrete la più famosa delle quali fu la Carboneria. Diffusa in diversi stati come Spagna, Francia, Germania e Italia, era composta per la maggior parte da borghesi che non si preoccuparono di coinvolgere ed educare il popolo. Questa fu la ragione per cui molti dei moti di questo periodo non ebbero cuccesso.

I primi moti scoppiarono negli anni Venti in Spagna e si diffusero in altri Stati come il Regno delle Due Sicilie e il Regno di Sardegna.  Inizialmente i rivoluzionari spagnoli, napoletani e siciliani ottennero la Costituzione dai loro sovrani e lo stesso accadde ai Piemontesi, che la ottennero dal principe Carlo Alberto di Savoia.

Questi successi però furono subito vanificati dalla durissima repressione degli eserciti della Santa Alleanza, che abolirono le Costituzioni e ripristinarono i diversi regimi assoluti.

Maggior successo ebbero le colonie spagnole e portoghesi in America, che ottennero l'indipendenza rispettivamente nel 1823 e nel 1825 e la Grecia (aiutata da Francia, Inghilterra e Russia) che nel 1829 ottenne l'indipendenza dall'Impero Ottomano

I moti degli anni Trenta e la Giovine Italia di Mazzini

Tra il 1830 e il 1831, nuovi moti carbonari investirono l'Europa e fallirono; vinsero soltanto i Francesi e gli Spagnoli, che ottennero monarchie costituzionali, mentre il Belgio riusciva a separarsi dall'Olanda.

Nel 1831, il fallimento dei Carbonari indusse Mazzini a fondare la Gioine Italia, basata su principi del tutto nuovi: l'Unità d'Italia, la Repubblica, l'indipendenza, la democrazia garantita dal suffragio universale. Con ciò sperava di sollevare il popolo delle città. Tuttavia anche le insurrezioni mazziniane fallirono.

Gioberti, Cattaneo, Cavour propongono nuovi modelli di Stato per l’Italia

I fallimenti mazziniani spinsero i patrioti italiani a riflettere e a proporre nuove soluzioni. Vincenzo Gioberti e Carlo Cattaneo proposero il “federalismo ossia una forma di stato opposta al centralismo che prevede che le singole regioni abbiano molta libertà nell'organizzazioen delle funzioni amministrative, mentre per le funzioni che richiedono una gestione unitaria sono responsabilità del Governo. L'idea di Gioberti, definita "neoguelfa", era quella di creare una confederazione di Stati italiani sotto la presidenza del papa; per il secondo il modello federale da seguire era quello svizzero o statunitense.

 

papa. mentre Camillo Cavour sostenne il progetto di uno stato unitario monarchico. Nel 1847, il papa Pio IX e il granduca di Toscana Leopoldo li concessero alcune caute riforme liberali, sull’esempio di quanto già stava facendo Carlo Alberto nel Regno di Sardegna. Contro queste riforme intervenne però il maresciallo Radetzky che occupò Ferrara, una città dello Stato della chiesa. Di fronte a questa provocazione i patrioti di tutta Italia chiesero a Carlo Alberto di occupare il Lombardo-Veneto per liberarlo dagli Austriaci.

 


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