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Storia

II media - Unità 10 - XVII sec - Il declino dell‘ Italia. L‘ Italia spagnola

L’Italia spagnola

Dopo la pace di Cateau-Cambresis del 1559, gran parte dell’Italia era passata sotto il controllo spagnolo: il Regno di Napoli e il Milanese erano controllati direttamente da Madrid; Genova, la Toscana e tutti gli altri stati minori, pur formalmente liberi, non avevano la possibilità di sviluppare una politica realmente autonoma; restavano indipendenti solo la Repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa e il Ducato di Savoia.

Venezia aveva sofferto molto dal punto di vista economico a causa della perdita di importanza del Mediterraneo (in conseguenza dalla scoperta dell’America e delle rotte per l’India), ma nonostante questo si era impegnata con tutte le sue forze in una guerra dai costi proibitivi contro l’Impero turco per difendere le sue posizioni nel Mediterraneo: questo scontro non solo la vide sconfitta, ma le costò carissimo e provocò un lento declino.

Lo Stato della Chiesa era uscito fortemente ridimensionato dalla vicenda della Riforma protestante in quanto il suo tradizionale ruolo di mediazione tra gli stati aveva subito un duro colpo. I pontefici, nella speranza di riacquisire il prestigio internazionale, si comportarono come sovrani dispotici spendendo enormi capitali per lo sfarzo e non curandosi dei bisogni del popolo.

L’unico stato italiano a mostrare elementi positivi era il Ducato di Savoia. Questo infatti, pur essendo uno stato assoluto presentava un’amministrazione moderna ed efficiente, tasse sopportabili, e interventi a favore dell’agricoltura e delle manifatture.

Lo sfruttamento spagnolo del Regno di Napoli e la rivolta di Masaniello

L’amministrazione spagnola del Regno di Napoli aggravò la situazione di un territorio da sempre afflitto dall’atavico problema della mancanza di acqua che si rifletteva in un’agricoltura e in un allevamento poveri. La monarchia spagnola impedì lo sviluppo di una classe borghese dinamica e favorì invece baroni e latifondisti che non erano minimamente interessati ad apportare innovazione e migliorie nei loro latifondi.

Le condizioni di miseria del popolo esplosero in una famosa rivolta, cappeggiata da Masaniello (1647), che però alla fine fu sedata grazie all’intervento della flotta da guerra spagnola.

Il crollo politico ed economico dell'Italia e il fenomeno dell'emigrazione

Nel Seicento si assiste al crollo delle grandi città che avevano reso grande il Medioevo e il Rinascimento e allo sviluppo di piccoli centri. Purtroppo però questo sviluppo non compensò la perdita accusata dalle grandi città anche a causa delle dimensioni ridotte degli stati italiani: infatti la forza di una famiglia e di una città non bastava più di fronte agli eserciti delle grandi potenze. Il crollo politico determinò il crollo economico e quest’ultimo infine determinò una massiccia emigrazione: per la prima volta nella storia, gli italiani furono costretti a emigrare.


Materiali e risorse varie

 


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