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Storia

II media - Unità 16 - XVIII/XIX sec - La Rivoluzione francese - fase 2

La fuga del re

Nel frattemponell notte tra il 20 e il 21 giugno 1791, travestito da valletto di corte , il re e la regina tentarono di scappare da Parigi alla volta del Belgio dove già tanti nobili francesi avevano trovato riparo. Il re e la regina però furono riconosciuti al confine e ricondotto a parigi dalla guardia nazionale. La notizia fu un vero colpo per i francesi e anche molti di coloro che erano sempre stati fedeli al re cominciarono a diffidare della monarchia.

La situazione politica

Nel frattempo le posizioni politiche si erano condensate attorno a tre gruppi: i giacobini, i girondini e i foglianti.

I giacobini  erano guidati da Maximilien Robespierre.

I girondini, dal nome di un dipartimento francese da cui proveniva la maggior parte di loro, che volevano l'abolizione della monarchia e l'istituzione di una repubblica federale.

i foglianti che erano moderati e favorevoli al re e credevano nella monarchia costituzionale.

A questi vanno aggiunti i sanculotti che non erano un vero e proprio movimento politico ma erano costituiti da bottegai e piccoli artigiani e chiedevano la riduzione del prezzo del pane e accusavano il re di essere un traditore.

Gli schieramenti in Parlamento

Nel settembre del 1791 furono indette le elezioni per eleggere i membri dell'Assemblea legislativa che si riunì il primo ottobre dello stesso anno.

L'Assemblea legislativa si divideva in tre grandi orientamenti:

  • I più moderati formarono la Destra, (perché sedevano alla destra del presidente) formata da circa 260 deputati appartenenti per la amggior parte al club dei foglianti, erano favorevoli alla monatrchia costituzionale.
  • La Sinistra, meno numerosa (136 deputati), era costituita da deputati membri del club dei Giacobini e dei Girondini; si trattava di uno schiearmento molto sospettoso nei confronti di Luigi XVI.
  • I restanti 345 deputati stavano al centro dei due schieramenti e formavano "la Palude". Erano a favore degli ideali della rivoluzione e votavano generalmente a sinistra ma non avendo però una forte caratterizzazione politica poteva capitare che sostenessero anche proposte provenienti da destra.

 

La Francia dichiara guerra all’Austria

Intanto le potenze europee, spaventate da quanto stava succedendo in Francia, si stavano alleando con lo scopo di ripristinare la monarchia assoluta in Francia. Nel 1792, l’Assemble anticipò i suoi avversari dichiarando guerra all’Austria; la scelta era appoggiata dal re che apparentemente sembrava aver abbracciato la causa della Rivoluzione, ma in verità sperava nella sconfitta del suo popolo con cui si sarebbe potuta restaurare la monarchia assoluta.

Le prime operazioni militari si trasformarono in un disastro per la Francia in quanto l'esercito, e soprattutto i suoi comandanti, erano poco motivati.

Di fronte al pericolo incombente tutto il paese si mobilitò; l’Assemblea proclamò la “Patria in pericolo” e da tutto il paese affluirono a Parigi schiere di volontari. La guerra assunse un carattere popolare. C'era tra di loro anche un battaglione proveniente da Marsiglia che marciava al ritmo di un nuovo canto rivoluzionario: la Marsigliese, il futuro inno nazionale della Francia.

 

La monarchia sotto accusa e la nascita della Convenzione

Nel frattempo le armate austriache minacciarono un massacro se fosse stato fatto del male al re e alla regina. In questo clima, i sanculotti arrestarono la famiglia reale, sciolsero l’Assemblea legislativa e imposero nuove elezioni a suffragio universale maschile, per formare una nuova assemblea che fu chiamata Convenzione nazionale.

Vittoria di valmy

La repubblica e la morte di Luigi XVI

Nella sua prima riunione,  il 21 settembre 1792, la Convenzione proclamò la Repubblica e ordinò che il re fosse processato per altro tradimento. Scoperti dei documenti che ne attestavano i rapporti con i sovrani stranieri, fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793.

 

Per salvare il Paese dalla catastrofe, Robespierre instaura il Terrore

La decapitazione di Luigi XVI scosse i sovrani dell'intera Europa che si unirono in funzione antifrancese dando vita alla Prima coalizione. Di fronte a questo pericolo mortale e in presenza di una crisi economica spaventosa, la Convezione indisse una leva obbligatoria di 300.000 uomini, fra cui anche i contadini. Il provvedimento suscitò la rivolta della Vandea, una regione profondamente cattolica che non aveva mai accettato la Costituzione civile del clero. Ben presto la rivolta si trasformò in guerra civile.

Occorrevano misure d’emergenza e Robespierre prese in mano la situazione: sciolse la Convenzione, formò (aprile 1973)  un Comitato di salute pubblica e istitui tribunali speciali, quindi indisse una leva di massa e successivamente instaurò una dittatura che chiamò “Terrore” (autunno 1793 - estate 1794). Durante questo periodo fece decapitare migliaia di “nemici della Rivoluzione”, assunse il controllo di tutta la vita economica della nazione e infine autorizzò la repressione della Vandea.

 

La costituzione che non fu mai approvata

Nel giugno del 1793 fu approvata una nuova costituzione  la cui applicazione, su proposta di Robespierrel, fu rimandata al tempo di pace.

 


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