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Storia

III media - La Prima Guerra Mondiale

1.  La Prima Guerra Mondiale

La Prima Guerra Mondiale, svoltasi tra il 1914 e il 1918, fu un conflitto di enormi proporzioni che coinvolse molte nazioni di tutto il mondo. Il suo inizio fu causato dall'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria da parte di un nazionalista serbo a Sarajevo.

1.1. Il contesto storico

La Prima Guerra Mondiale prese le mosse all'inizio del XX secolo in un Europa fortemente segnata dalle tensioni. In particolare:

  1. la Francia mirava a ottenere vendetta contro la Germania a seguito della sconfitta del 1870;
  2. la Russia e l'Austria avevano relazioni tese a causa della contesa per il controllo dei Balcani;
  3. tra la Germania, la Gran Bretagna e la Francia c'era una forte competizione economica.

Come conseguenza di tutto ciò, Francia, Gran Bretagna e Russia formarono un'alleanza nota come Triplice Intesa, che si contrappose alla Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia.

1.1. L'inizio della guerra

La scintilla che provocò lo scoppio delle ostilità nel 1914 fu l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria da parte di un nazionalista serbo a Sarajevo.

L'Austria lanciò un ultimato alla Serbia, ritenuta responsabile dell'attentato e il 28 luglio del 1914, non soddisfatta dalle risposte ottenute le dichiarò guerra. Per effetto delle alleanze la situazione precipitò velocemente e in pochi giorni entrarono in guerra tutte le grandi potenze europee di quel periodo: la Germania e l'Impero Ottomano a fianco dell'l'Austria-Ungheria; la Francia, il Regno Unito e la Russia a favore della Serbia. L'Italia, in questa prima fase, si tenne fuori dal conflitto.

Nel corso degli anni però l'elenco dei paesi coinvolti si allargò ed entrarono in guerra anche Giappone, Stati Uniti e la stessa Italia, trasformando il conflitto in una guerra totale. Per le dimensioni mondiali della guerra, perché per la prima volta il conflitto coinvolgeva anche Paesi non europei e per il gran numero di morti, questa guerra è passata alla storia anche con il nome di Grande Guerra.

APPROFONDIMENTO>> Una guerra "nuova": trincee, sottomarini e carri armati. La Prima Guerra Mondiale fu caratterizzata da nuove tattiche militari, come le trincee, che si estendevano per chilometri lungo il fronte occidentale, dalla Francia al Belgio. Le trincee e la guerra di logoramento causarono enormi perdite umane e scariche di fuoco continuo.
 Le condizioni nelle trincee erano spaventose, con soldati vivendo in stretti spazi con poca igiene e costanti attacchi da entrambi i lati. I soldati dovettero affrontare anche i pericoli delle nuove armi, come i gas tossici, che portarono a sofferenze terribili. La Prima Guerra Mondiale vide anche l'introduzione dei primi carri armati, degli aerei e dei sottomarini come mezzi bellici, cambiando per sempre la natura della guerra. Le tecnologie moderne portarono a una maggiore velocità e potenza negli scontri, ma causarono anche maggiori distruzioni.


1.2. Le prime fasi della guerra.

Inizialmente i tedesci entrarono in Francia senza forti ostacoli. Tuttavia, tra il 6 e il 12 settembre, l'esercito francese riuscì a bloccare l'avanzata nemica sul fiume Marna. Dopo questa sconfitta, i tedeschi si attestarono sui fiumi Aisne e Somme, dando inizio a una guerra di posizione cioè ad una guerra basata sulle trincee.

Questo tipo di guerra fu però molto sanguinoso perché quando i generali ordinavano un attacco, i soldati uscivano dalle trincee per lanciarsi all'assalto e venivano falciati a migliaia dal fuoco nemico.

1.3. L'Italia divisa tra interventisti e neutrali

Nell'estate del 1914, l'Italia, nonostante facente parte della Triplice Alleanza con Germania e Austria, optò per non entrare in guerra. Il governo italiano, guidato da Antonio Salandra, giustificò questa scelta poiché l'Impero austro-ungarico aveva aggresso la Serbia, ritenendo quindi di non essere obbligato all'intervento. Questa decisione provocò una spaccatura nel Paese, con gli interventisti favorevoli alla guerra per aumentare il prestigio internazionale e lo sviluppo industriale, e i neutralisti contrari, per motivi pacifisti o percepita inadeguatezza militare e industriale dell'Italia.

1.4. L'accordo segreto e l'entrata in guerra

Salandra avviò trattative con Austria e Germania ma allo stesso tempo avviò trattative segrete anche con la Triplice intesa dalla quale sperava di ottenere maggiori vantaggi.

Fu così che, attratta dalle promesse dell'Intesa, l'Italia firmò il patto di Londra il 26 aprile 1915, impegnandosi ad entrare in guerra entro un mese al fianco di Francia e Gran Bretagna. In cambio, al termine del conflitto, avrebbe ottenuto territori come il Trentino, il Tirolo meridionale, Trieste, Gorizia, l'Istria e parte della Dalmazia, oltre a Valona in Albania e il protettorato sul Dodecaneso.

Per ottenere il consenso pubblico, nazionalisti e interventisti organizzarono manifestazioni e influenzarono la stampa, tra cui il "Corriere della Sera". Intellettuali come D'Annunzio e Mussolini condannavano i pacifisti. Il sostegno del re persuase i liberali a concedere al governo pieni poteri, e così il 24 maggio 1915, l'Italia entrò in guerra al fianco dell'Intesa contro l'Austria.

1.6. La guerra sul fronte italo-austriaco

L'esercito italiano, impreparato per una guerra prolungata, affrontò la Prima guerra mondiale con problemi di organizzazione, carenza di munizioni e artiglieria debole. Nel 1915, il generale Luigi Cadorna cercò di sfondare le linee austriache lungo l'Isonzo e sull'altopiano del Carso, ma nonostante 250.000 vittime tra morti e feriti, le battaglie furono inconcludenti. Analogamente ai fronti occidentale e orientale, anche sul fronte italo-austriaco si sviluppò una logorante guerra di posizione nelle trincee, inclusi cunicoli scavati ad alta quota sulle vette delle Alpi orientali, caratterizzata da condizioni estreme come fango e neve.

 

1.7.  Le battaglie del 1915-16

Nella regione della Champagne, sul fronte occidentale, la Francia lanciò un'offensiva durante la primavera e l'autunno del 1915 che si concluse senza risultati decisivi e con notevoli perdite. Nel frattempo, sul fronte orientale, la Russia evidenziava le proprie fragilità, quali la mancanza di organizzazione militare, una rete di trasporti insufficiente e l'incompetenza degli ufficiali.

La prospettiva della guerra si rivelava lunga e impegnativa, dando origine al problema delle risorse industriali e alimentari necessarie per sostenere uno sforzo prolungato.

Nel corso del 1916, gli eserciti si scontrarono in battaglie che non generarono risultati significativi per nessuno dei due schieramenti ma costarono tantissimi morti: durante un'offensiva tedesca a Verdun, oltre 600.000 soldati persero la vita, e lungo il fiume Somme, cadde un milione di uomini.

Sul fronte italo-austriaco, lungo i fronti del Garda e del Brenta, il 15 maggio, gli Austriaci avviarono la cosiddetta "Strafexpedition" (spedizione punitiva) contro gli Italiani, accusati di tradimento. Nell'agosto successivo, il contrattacco italiano portò alla conquista di Gorizia.

 

1.8.  Il profondo malcontento tra i civili

All'inizio del conflitto, la maggior parte della popolazione europea era pronta a sostenere la difesa della patria, convinta che la guerra si sarebbe conclusa rapidamente. Tuttavia, col passare dei mesi, l'iniziale entusiasmo della popolazione europea per la difesa della patria si dissolse a causa degli orrori di guerra e delle difficili condizioni dei soldati.

Le proteste, manifestate sia dalle truppe che dai civili, erano motivate non solo dalla tragedia dei soldati, ma anche dalle sofferenze e privazioni della popolazione in generale. Gli sforzi bellici causarono razionamenti, fame, carestie e aumenti dei prezzi. In alcune città, come Torino, la scarsità di pane scatenò rivolte e repressioni violente da parte dell'esercito.

Nel 1917, anche il papa Benedetto XV si unì alle voci per la pace, invitando i Paesi coinvolti a deporre le armi.

 

1.9.  Il 1917, l'anno decisivo della guerra

Il 1917 si rivelò un anno cruciale a causa di tre eventi che generarono significative conseguenze sia a livello militare che politico:

  1. All'inizio dell'anno, in Russia, una rivolta popolare costrinse lo zar Nicola II ad abdicare, dando origine a una repubblica liberale. Successivamente, nell'ottobre, il potere passò al "partito bolscevico" di Lenin. Nel 1918, il partito firmò la pace di Brest-Litovsk con la Germania, uscendo così dal conflitto.

  2. Nel frattempo, il 6 aprile 1917, gli Stati Uniti, che avevano precedentemente finanziato la Gran Bretagna e la Francia, entrarono in guerra contro la Germania. La causa scatenante fu la guerra sottomarina portata avanti dalla Germania contro tutte le navi che attraversavano l'Atlantico. L'arrivo delle truppe americane nel teatro europeo modificherà a favore dell'intesa gli equilibri di potere.

  3. Infine, l'Austria organizzò una vasta offensiva contro le forze italiane.

IN SINTESI>> Nel 1917, tre eventi chiave cambiarono il corso della storia: la rivolta popolare in Russia portò all'abdicazione dello zar e all'istituzione di una repubblica liberale; il "partito bolscevico" di Lenin prese il potere firmando la pace di Brest-Litovsk nel 1918. Gli Stati Uniti entrarono in guerra contro la Germania a causa della guerra sottomarina e i loro interventi modificarono gli equilibri di potere in Europa. Contemporaneamente, l'Austria lanciò un'ampia offensiva contro l'Italia.

 

1.10.  Il fronte italiano; la grande offensiva austriaca.

Nel frattempo, in Italia, cresceva il malcontento sia tra i civili sia tra i soldati. L'opinione pubblica era divisa su come e se proseguire la guerra. Sui campi di battaglia i militari iniziarono addirittura a ribellarsi, arrivando a diserzioni e ammutinamenti.

In questo contesto, l'offensiva austriaca a Caporetto nel 1917 fu un duro colpo per l'Italia: L'esercito fu travolto e la ritirata fu caotica, con truppe decimate e migliaia di profughi che fuggivano dall'avanzata austriaca fino al fiume Piave. La minaccia di un'occupazione austriaca dell'Italia settentrionale sembrava mettere a rischio non solo l'esercito, ma persino lo Stato italiano.

In risposta, il 30 ottobre fu formato un nuovo governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando; il generale Cadorna fu sostituito da Armando Diaz che riorganizzò l'esercito, il quale riuscì finalmente a bloccare l'avanzata austro-tedesca sul fiume Piave.

 

IN SINTESI>> In Italia, crebeb il malcontento e l'opposizione alla guerra. L'offensiva austriaca a Caporetto nel 1917 fu disastrosa per l'Italia, con perdite significative. In risposta, un nuovo governo guidato da Vittorio Emanuele Orlando si formò il 30 ottobre. Il generale Armando Diaz prese il comando supremo, riorganizzò l'esercito e resistette con successo sul monte Grappa e lungo il fiume Piave, bloccando l'avanzata nemica.
 

 

1.11.  La resa degli imperi centrali

Da marzo a luglio 1918, i Tedeschi, liberi dal fronte orientale dopo la pace con la Russia bolscevica, lanciarono cinque offensive vittoriose sul fronte occidentale, ma si trattò di successi effimeri. Le truppe tedesche erano stanche e di fronte all'avanzata delle truppe americane, fresche e ben equippaggiate ad agosto, dovettero cedere i territori occupati in Francia e Belgio. Il 3 ottobre, il governo tedesco iniziò trattative per l'armistizio. Nel settembre-ottobre, Bulgaria e Impero ottomano si arresero.

Nel frattempo l'Impero austro-ungarico cominciò a disfarsi (dopo aver tenatato inutilmente di trasformarsi in una federazione di stati indipendenti): la Cecoslovacchia e l'Ungheria dichiararono la loro indipendenza, mentre a Zagabria nacque uno stato jugoslavo.

A fine ottobre, l'esercito italiano, guidato da Diaz, lanciò una controffensiva riuscendo a sfondare il fronte austriaco a Vittorio Veneto, arrivando sino a Trento e Trieste.

Il 4 novembre, l'Austria firmò l'armistizio, deponendo l'imperatore e dando origine alla Repubblica austriaca.

In Germania, il 9 novembre fu proclamata la repubblica e l'11 novembre fu firmato l'armistizio.

La guerra aveva lasciato sul campo 9 milioni di morti e 6 milioni di invalidi.

IN SINTESI>> Tra marzo e luglio 1918, i Tedeschi lanciarono cinque offensive vittoriose sul fronte occidentale, ma si trattò di vittorie temporanee. Gli Americani, freschi e ben equipaggiati, condussero una controffensiva, riportando la Francia e il Belgio sotto controllo. Nel rattempo l'esercito italiano, guidato da Diaz, lanciò una controffensiva, sfondando il fronte austriaco a Vittorio Veneto e arrivando fino a Trento e Trieste. L'Austria firmò l'armistizio il 4 novembre e l'11 novembre si arrese la Germania.

1.12. Conclusione


La Prima Guerra Mondiale si concluse nel 1918 con la firma dell'Armistizio di Compiègne. A seguito del conflitto, emersero nuove nazioni e trattati come il Trattato di Versailles, che redisse condizioni di pace punitive per la Germania, contribuendo in parte a scatenare la Seconda Guerra Mondiale.

La Prima Guerra Mondiale rimane uno dei conflitti più devastanti della storia umana, con milioni di vittime e cambiamenti profondi nel mondo intero. Il suo impatto si estese oltre la fine dei combattimenti e continuò a influenzare la storia e le politiche mondiali a lungo dopo la sua conclusione.

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