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Storia

II media - Speciale - Il brigantaggio

Che cos'è il brigantaggio

Il brigantaggio nel Sud Italia tra il 1860 e il 1863 fu un fenomeno complesso che mescolò delinquenza, rivolte contadine, guerra civile e richieste di giustizia sociale e politica. Questo movimento ebbe origine nell'Irpinia, tra Campania, Puglia e Basilicata, e si diffuse in tutto il Sud italiano, ad eccezione della Sicilia. Nonostante la sua breve durata, il brigantaggio causò più morti di tutte le battaglie del Risorgimento.

All'origine del brigantaggio ci furono varie cause ma sicuramrente una di quelle che incise di più fu il sentimento di rivalsa nei confronti dei nuovi "padroni" che avevano tradito le attese della popolazione che si aspettava di essere più tutelata dallo sfruttamento dei proprietari terrieri e dai loro rappresentanti, i cosiddetti galantuomini. Garibaldi infatti aveva originariamente promesso di distribuire terre ai contadini, ma lo Stato italiano invece vendette le terre all'asta e vietò ai contadini di raccogliere legna o far pascolare gli animali nelle terre governative. Queste misure delusero amaramente i contadini del Sud, che avevano inizialmente sostenuto Garibaldi, e molti di loro risposero con la resistenza armata.

A rendere la situazione esplosiva inoltre contribuì l'aumentò le tasse e l'introduzione della leva militare obbligatoria particolarmente odiata ai contadini che la percepivano come un sistema per togliere loro forza lavoro nei campi. Il brigantaggio diventò una scelta per evitare la leva militare, vendicare ingiustizie o seguire amici e parenti coinvolti.

Anche l'aspetto della fede religiosa svolse un ruolo significativo nell'epoca del brigantaggio. Molte bande briganti affermavano di agire in nome della difesa dei principi cattolici tradizionali, spesso guadagnando il sostegno della chiesa locale e del clero. Questo aspetto spirituale forniva una giustificazione morale per le loro azioni e contribuiva a mobilitare i seguaci.

In definitiva si può affermare che l'unificazione comportò una brusca trasformazione, con l'abolizione delle strutture e delle istituzioni precedenti, causando una notevole incertezza e disagio tra la popolazione locale.

La composizione delle bande

Le bande briganti includevano elementi violenti e coloro che seguivano un codice d'onore. Contavano tra i loro ranghi ex soldati borbonici, disertori e ricercati, inclusi diversi membri femminili. Spesso includevano contadini disperati che avevano perso le loro terre o erano stati sfrattati. Questi individui vedevano il brigantaggio come un mezzo per sopravvivere e reagire alle ingiustizie subite.  Inizialmente, le bande si dichiararono leali ai Borbone e ricevettero il sostegno degli aristocratici e del clero conservatore. Tuttavia, presto iniziarono a prendere di mira anche proprietari terrieri e galantuomini.

Viita da briganti

Le bande briganti, alcune delle quali contavano fino a 3000 membri, erano armate con fucili borbonici, doppiette da caccia, pistole e coltelli. Per comunicare, utilizzavano segnali di fumo o il fuoco dei falò durante la notte. Dormivano all'aperto, per terra, sotto gli alberi, avvolti nel loro cappotto o mantello, con il fucile a portata di mano. Le vedette erano sempre in guardia per segnalare eventuali pericoli. Solo i capi delle bande potevano permettersi capanne rudimentali fatte di terra, frasche e paglia. I feriti e i malati venivano curati con rimedi come acqua e aceto, erbe, albume d'uovo e olio d'oliva. L'abbigliamento variava, con alcuni che indossavano mantelli neri e cappelli a tesa larga, altri che portavano i cappotti dei soldati uccisi e alcuni che si vestivano con indumenti minimali anche durante l'inverno.

La repressione

Nella tarda estate del 1861, l'esercito italiano si trovò impreparato a combattere i briganti: gli ufficiali non conoscevano il territorio e non avevano mappe, mentre i briganti si nascondevano nei boschi con il supporto dei paesani. Per reprimere il brigantaggio si ricorse a metodi brutali e lo Stato dovette inviare quasi metà dell'intero esercito italiano!

Le campagne furono devastate e interi paesi rasi al suolo; i briganti catturati  (anche solo sospettati) furomno fucilati o impiccati senza processo. Coloro che li avevano aiutati, inclusi preti e frati, subirono la stessa sorte. Si stima che nel 1862 ci fossero 80.700 briganti, e nel solo 1863, 1038 di loro furono fucilati e altri 2500 uccisi in combattimento, causando una vera e propria strage.

Crocco, il generale dei briganti

Il brigante più famoso fu Carmine Crocco Donatelli, proveniente da una famiglia povera con cinque figli. Dopo essere stato chiamato alle armi, disertò e compì una serie di rapine. Gli fu promessa la libertà in cambio del suo sostegno nell'unità d'Italia, ma quando l'esercito regolare arrivò, fu perseguitato e cercato per l'arresto. Crocco si rifugiò nei boschi del Vulture, dove fu contattato dai sostenitori dei Borbone che gli fornirono risorse. Le bande briganti di Crocco riuscirono a conquistare diversi paesi.

Conclusione

In sintesi, il brigantaggio nel Sud Italia tra il 1860 e il 1863 fu un fenomeno complesso influenzato da una serie di fattori, tra cui l'abbandono da parte dello Stato italiano, la mancanza di istruzione, i problemi legati alla terra e la disperazione economica, la fedeltà ai Borbone. Questo capitolo oscuro della storia italiana evidenzia l'importanza di comprendere il contesto sociale e politico che ha contribuito a plasmare gli eventi di quell'epoca.

 

 

 


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