NOTIZIA NOTIZIA LETTERATURA
1. Alessandro Manzoni
1.1. Biografia
Nato nel 1785 a Milano da una famiglia nobile, Alessandro Manzoni trascorse un'infanzia segnata dalla separazione dei genitori. Ricevette un'educazione in collegi religiosi e, forse per questa ragione, insofferente verso tale rigidezza, sviluppò simpatie per posizioni anticlericali e liberali.
Nel 1805, raggiunse la madre a Parigi ed entrò in contatto con gli intellettuali illuministi, pur immergendosi anche nell'atmosfera romantica. Qui conobbe e poi sposò Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere di Ginevra, che influenzò il suo ritorno alla fede cattolica avvenuta nel 1810.
Tornato a Milano, condusse una vita riservata, dedicandosi alla famiglia e alla scrittura. Nel 1827 pubblicò la prima edizione de "I Promessi Sposi", l'opera che gli ha consegnato l'immortalità, a cui continuò a lavorare fino alla stesura della versione definitiva (che differisce dalla prima soprattutto per scelte linguistiche) avvenuta 1842. La sua vita privata fu segnata da tragedie: nel 1833 morì la moglie seguita da alcune figlie, mentre i figli delusero profondamente per le loro vite dissolute. Nel 1861, morì la sua seconda moglie, Teresa Borri .
Pur non essendo attivamente coinvolto nel Risorgimento, Manzoni sostenne i suoi ideali e per questo, nell'anno dell'unità, il 1861, fu nominato senatore del Regno d'Italia. Nel 1868 fu incaricato di presiedere una commissione per l'unificazione linguistica italiana, guadagnandosi una grande fama.
Morì a Milano nel 1873.
1.2. Le opere
Le opere di Alessandro Manzoni sono tante ma tra le più importanti ricordiamo le seguenti:
1.2.2 Le diverse edizioni de I promessi sposi e la scelta della lingua
Nel 1821 Manzoni inizia la stesura del romanzo, inizialmente intitolato Fermo e Lucia (1821-1823), che in seguito diventa Gli sposi promessi, per essere infine pubblicato nel 1827 con il titolo I promessi sposi. Tuttavia, Manzoni non era soddisfatto del risultato linguistico del suo lavoro, poiché tra i suoi obiettivi vi era quello di creare una nuova lingua capace di essere compresa dal maggior numero di possibili lettori. Così, dopo la pubblicazione del 1827, Manzoni avvia un processo di revisione linguistica che dura circa quindici anni. Per riscrivere il romanzo in una lingua più realistica e viva, si reca a Firenze dove «sciacqua i panni in Arno», ovvero ripulisce le precedenti versioni da elementi linguistici non conformi al suo scopo, adottando il fiorentino parlato dalle persone colte come modello. L'edizione finale de I promessi sposi, che ancora oggi leggiamo, risale al 1840-1841.
1.3. Il pensiero e la poetica
Durante il suo soggiorno a Parigi, Alessandro Manzoni si avvicina al pensiero illuminista, traendone l'idea che l'arte e la letteratura debbano contribuire al progresso dell'umanità. Questo principio diventa centrale nella sua poetica: la letteratura deve avere l'utile come scopo, il vero come argomento e l'interessante come mezzo.
Con il suo riavvicinamento al cattolicesimo avvenuto nel 1810, Manzoni arricchisce il suo pensiero illuministico integrandolo con gli ideali del cattolicesimo: l'attenzione dell'autore verso gli oppressi e le masse popolari si accentua e i protagonisti delle sue opere diventano individui umili o figure di potere cadute in disgrazia; su tutto domina la Provvidenza divina, che interviene quando è necessario per dare un senso agli eventi.
Manzoni, sempre a causa dell'influenza del dal Romanticismo, mostra interesse per la storia e per le masse ignorate dalla storiografia ufficiale.
L'opera nella quale sono presenti tutti questi temi è "I Promessi Sposi". In questo "romanzo storico" infatti c'è l'attenzione alle vicende delle persone comuni e umili, c'è l'intervento della Provvidenza il tutto sullo sfondo di una vicenda storica reale accaduta nel Seicento.
In quest'opera Manzoni sceglie di utilizzare il fiorentino, scelta vista come un tentativo di offrire una lingua nazionale per l'Italia in formazione.
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