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Geografia

Unità 2 - Il paesaggio

1.   Che cos'è il paesaggio?

Non è facile definire il concetto di paesaggio. Semplificando possiamo dire che il paesaggio  è l'insieme degli elementi caratteristici di una determinata zona. O, in maniera ancora più semplice, l'insieme degli elementi visibili di un territorio abbracciati dallo sguardo di un soggetto. Il paesaggio è quindi un insieme di elementi fisici e antropici presenti su una determinata parte della superficie terrestre. Possono far parte del paesaggio gli alberi, i fiumi, le colline, ma anche case, strade e fabbriche.

Nel corso del tempo il paesaggio muta sia a causa dell'azione dell'uomo, sia a causa dell'azione della natura. Per esempio un bosco può essere attraversato da una strada. Le forze della natura che modificano il paesaggio possono essere di due tipi: esogene ed endogene.

Sono forze esogene quelle esterne alla crosta terrestre come il vento e le piogge; sono endogene tutte quelle forze interne alla crosta terrestre come terremoti o eruzioni vulcaniche. I mutamenti prodotti dalla natura, tranne in qualche caso (terremoti ed eruzioni vulcaniche) sono lentissimi mentre quelli prodotti dall'azione dell'uomo avvengono in tempi molto più rapidi.

1.1.  La montagna [IMG] [Youtube]

La montagna è un rilievo della crosta terrestre che supera i 600 metri di altitudine. Il punto più alto di una montagna si chiama cima o vetta mentre la parte più bassa è chiamata piede. La valle è una superficie pianeggiante compresa tra due montagne, mentre il passo è uno spazio compreso tra due montagne che permette di passare da un versante all'altro. Una serie di montagne che si susseguono costituisce una catena montuosa, e la linea immaginaria che unisce tutte le vette è chiamata cresta. Ognuno dei fianchi di una montagna o di una catena montuosa è chiamata versante. Quando  le montagne formano un gruppo isolato abbiamo il massiccio.

Le catene montuose nascono a causa dei movimenti delle placche terrestri. Quando due zolle continentali spingono l'una contro l'altra provocando dei corrugamenti, cioè dei sollevamenti, che possono determinare la nascita di catene montuose.questo processo si chiama orogenesi.

1.2.  La collina

La collina è un rilievo della crosta terrestre che non supera i 600 metri di altitudine. Rispetto alla montagna ha una forma più arrotondata e versanti meno inclinati.

Le colline possono formarsi in modi diversi. Per esempio::

  • grazie ai movimenti della crostaterrestre;
  • per erosione: gli agenti atmosferici erodono le cime delle montagne più antiche;
  • per sedimentazione: formate da detriti.

Il paesaggio collinare è il più diffuso in Italia. Nelle aree collinari sono presenti vari tipi di coltivazioni, prati e boschi. In particolare grazie al clima si possono coltivare la vite, l'ulivo e gli alberi da frutto.

1.3.  La pianura

La pianura è una zona senza rilievi che non supera i 200m di altezza. Le zone che vanno dai 200 ai 300 m di altezza si chiamano bassipiani; quelli al di sopra dei 300m si chiamano altopiani o tavolati. Le zone al di sotto del livello del mare si chiamano depressioni.

Questi territori sono spesso fertili e favorevoli all'insediamento umano, all'agricoltura e allo sviluppo delle città. Le pianure si formano attraverso diversi processi naturali e, in base alla loro origine, si suddividono in varie tipologie.

Tipologie di Pianure

  1. Pianure alluvionali
    Sono tra le più fertili e si formano grazie all'azione dei fiumi che depositano sedimenti nei loro letti e nelle aree circostanti. Un esempio è la Pianura Padana, in Italia, modellata dal fiume Po e dai suoi affluenti.

  2. Pianure vulcaniche
    Derivano dall'accumulo di lava e ceneri vulcaniche che, col tempo, si compattano dando origine a territori pianeggianti. Sono particolarmente fertili grazie alla ricchezza di minerali presenti nel suolo. Un esempio è la Piana di Catania, ai piedi dell’Etna.

  3. Pianure di erosione
    Si formano quando gli agenti atmosferici (vento, pioggia, ghiaccio) e l'azione dei fiumi erodono montagne e colline, livellando progressivamente il terreno. Un esempio è la pianura della Russia europea, modellata dall’erosione dei rilievi circostanti.

  4. Pianure di sollevamento
    Sono antichi fondali marini o lacustri che, a causa dei movimenti tettonici, emergono e diventano pianure. La Pianura del Tavoliere delle Puglie è un esempio di questo tipo.

Le pianure rappresentano ambienti fondamentali per l’economia e la vita umana, ospitando grandi città, aree agricole e importanti infrastrutture di trasporto. Tuttavia, alcune di esse sono soggette a rischi naturali come inondazioni e desertificazione, rendendo necessarie strategie di tutela e gestione sostenibile.

1.4.  Il fiume

Il fiume è un corso d'acqua perenne. Il fondo del fiume si chiama letto ed è delimitato da rive (o sponde). Il fiume nasce in montagna da una sorgente e termina in mare o in un lago o in un altro fiume. La quantità di acqua che c'è in un fiume cambia a seconda delle stagioni e delle precipitazioni (pioggia, neve). Quando il fiume porta tanta acqua si dice che è in piena (di solito in autunno o primavera quando piove di più), mentre se porta poca acqua (di solito in estate) è in magra. Quando nasce dalla sorgente il corso d'acqua è solo un ruscello, ma grazie all'apporto di altri ruscelli, ghiacciai e alla forte pendenza diviene spesso impetuoso. In questa prima fase il fiume svolge un'azione erosiva. Man mano che scende verso valle il corso d'acqua il fiume si ingrossa  ma poiché anche la pendenza diminuisce il suo corso si fa più tranquillo. In pianura il fiume scorre lento, forma grandi anse e si avvia verso la foce. Nella parte finale del suo corso il fiume svolge un'azione di deposito.

La foce è il punto dove il fiume entra nel mare. Può essere ad estuario o a delta [IMG]. Nel primo caso, la foce ha la forma di un grosso imbuto, nel secondo caso il fiume si getta nel mare dividendosi in tanti piccolo corsi d'acqua più o meno grandi.

Un terrotorio che comprende un grande fiume con i suoi affluenti si chiama bacino idrografico [IMG].

Essendo l'acqua indispensabile per la vita degli uomini molte città e paesi sono costruiti vicino ai corsi d'acqua.

CURIOSITA' >> Il fiume Aril è considerato il fiume più corto d'Italia. È lungo solo 175 metri e scorre interamente nel Comune di Malcesine.  È uno dei 25 immissari del lago di Garda. fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Aril

 

1.5.  Il lago

Il lago è una distesa d'acqua completamente circondata dalla terraferma.  I fiumi che entrano in un lago si chiamano immissari mentre quelli che vi escono si chiamano emissari. L'acqua del lago è dolce ma esistono anche laghi salati. Il lago può essere alimentato da sorgenti, fiumi e piogge.

Anche i laghi si sono formati in modi diversi. Esistono infatti laghi di origine glaciale, vulcanici, e costieri.

Tipologie di Laghi

  1. Laghi di origine glaciale
    Si formano dallo scioglimento dei ghiacciai, che scavano con la loro erosione conche successivamente riempite d’acqua. La maggior parte dei laghi alpini, come il Lago di Garda o il Lago Maggiore, ha questa origine.

  2. Laghi vulcanici
    Si trovano nei crateri di antichi vulcani spenti, riempiti d’acqua piovana o sorgiva. Spesso sono profondi e hanno forma circolare. Un esempio è il Lago di Bolsena, nel Lazio.

  3. Laghi tettonici
    Derivano da movimenti della crosta terrestre che creano depressioni riempite d’acqua. Il Lago Bajkal, in Siberia, è uno dei più profondi al mondo ed è un esempio di questo tipo.

  4. Laghi costieri
    Sono separati dal mare da cordoni sabbiosi e possono essere salmastri o dolci a seconda dell’apporto di acqua marina o fluviale. Un esempio è il Lago di Lesina, in Puglia.

  5. Laghi artificiali

    Tra i laghi vanno ricordati anche quelli artificiali (cioè quelli creati dall'uomo tramite uno sbarramento formato da una diga), utilizzati dall'uomo per irrigare i campi e in alcuni casi per alimentari centrali idroelettriche. Uno di questi è il Lago di Cingoli nelle Marche.

I laghi sono ecosistemi preziosi per la biodiversità e svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima locale, nell'approvvigionamento idrico e nelle attività economiche come il turismo e la pesca. Tuttavia, sono vulnerabili all'inquinamento e ai cambiamenti climatici, rendendo essenziale la loro tutela.

 

1.6. Il mare

I mari e gli oceani sono distese di acqua salata che ricoprono il 70% della superficie terrestre. Si chiama oceano la grande massa d'acqua che divide i continenti. Si chiama mare la parte di oceano più vicina alla costa.

Un tempo sulla Terra non esistevano gli oceani. Dai vucani cominciò ad uscire, isieme al magma, il vapore acqueo che in seguito, raffreddandosi, ha formato le nuvole. Da queste iniziò a cadere l'acuqa, sotto forma di pioggia, che pian piano ha formato bacini d'acqua sempre più grandi che alla fine sono diventati mari e oceani.

Il fondale marino è quella parte di crosta terrestre che si trova sotto i mari. E' molto simile alle terre emerse e ha colline, valli e montagne. Quando la cima di una montagna sottomarina è così alta da emergere dall'acqua, abbiamo un'isola. Diverse isole vicine formano un arcipelago.

I passaggi naturali che mettono in comunicazione due mari sono chiamati:
- Stretti: se sono stretti.
- Canali: se sono più ampi.

L'istmo è la sottile striscia di terra che collega due masse di terre emerse.

Il mare è in continuo movimento a causa delle correnti (veri e propri fiumi all'interno dei mari) e dei venti che producono le onde [IMG]. Queste, vicino alla costa, si piegano in avanti per effetto del fondale marino e si rompono creando frangenti. Salendo sulla spiaggia, l'onda trascina con sè vari materiali come ghiaia e sabbia; in seguito, man mano che perde la sua forza, viene respinta e torna indietro: questo movimento si chiama risacca.

Tra i movimenti del mare vanno ricordate anche le maree. Queste sono periodici innalzamenti (alta marea) e abbassamenti del livello del mare (bassa marea), provocati dall'attrazione esercitata dalla Luna. [IMG] [VIDEO]

Ovviamente il movimento dei mari produce dei cambiamenti sul paesaggio. In particolare il mare erode le coste [IMG] [IMG]e spesso l'uomo, per difenderle, mette in atto tutta una serie di azioni a protezione delle stesse [IMG] [IMG]

 

1.7. La costa

Che cos'è la costa? La costa è la linea di contatto tra il mare e la terraferma. Per la geografia, descrivere le coste significa prima di tutto specificare se sono frastagliate, cioè con rientranze e sporgenze (come quelle della Norvegia [IMG]) o lineari.  Le coste inolte possono essere basse o alte [IMG]. 

I due tipi di costa più comuni sono  bassa e sabbiosa e alta e rocciosa.

Coste basse e sabbiose
Le coste basse e sabbiose sono generalmente lineari e possono essere di due tipi:
1. Coste a dune: Le dune sono lunghi cordoni di sabbia paralleli alla costa, che possono cambiare posizione per l'azione del vento (dune "mobili").
2. Coste umide: Queste sono costituite da lagune, ovvero specchi d'acqua separati dal mare da cordoni di sabbia affioranti. L'acqua della laguna può essere dolce, salata o un mix di entrambe.

Coste alte e rocciose
Le coste alte e rocciose sono formate dalle propaggini delle catene montuose che si allungano in mare. Sono spesso frastagliate (molto articolate) e presentano insenature (cioè rientranze) e propagini. 

Le insenature che prendono il nome di:

  • Insenature: piccole rientranze [IMG]
  • Golfi: se sono profonde (come il golfo di Taranto [IMG]).
  • Baie: se sono poco profonde,spesso con un'entrata stretta [IMG].
  • Fiordi: quando sono molto lunghe e strette. In questo caso si tratta di antiche valli strette e lunghe, scavate prima da fiumi, poi modellate dai ghiacciai e infine invase dal mare.

Le parti di territorio che si protendono verso il mare si chiamano:

  • Promontori: se sono brevi (la punta estrema si chiama capo).
  • Penisole: se sono più lunghe.

In alcuni casi, la costa alta è a picco sul mare ma lineare: si parla allora di costa a falesia.


Il paesaggio

 

 

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