Giovanni Verga


Giovanni Carmelo Verga (Catania, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922) è stato uno scrittore e drammaturgo italiano, considerato il maggior esponente del Verismo.

Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840, in una famiglia aristocratica di tradizioni liberali. In Sicilia trascorre l’infanzia e la prima parte della giovinezza partecipando attivamente alla vita culturale della sua città. Iscrittosi alla facoltà di legge, abbandona gli studi per seguire la sua vocazione letteraria. Inizia a scrivere romanzi di argomento patriottico (sull’onda dell’entusiasmo suscitato in Sicilia dall’impresa di Garibaldi) e pubblica nel 1862 I carbonari della montagna.

Nel 1865 si trasferisce a Firenze (allora capitale d’Italia) e tra il 1866 e il 1875 raggiunge il successo con una serie di romanzi, ambientate nel mondo aristocratico, che narrano vicende passionali.

Nel 1872 si trasferisce a Milano, dove frequenta gli intellettuali dell’epoca e conduce un’intensa vita mondana. Nel 1874 compone Nedda, la prima novella di ispirazione verista, a cui seguirà la pubblicazione dalle raccolte di novelle Vita dei campi e Novelle rusticane che contengono alcuni dei racconti più celebri dell’autore (Rosso Malpelo, La roba) e con cui l’autore imprime una svolta alla sua produzione approdando al Verismo.

Nel frattempo, mentre in Italia si apre il dibattito sulla questione meridionale, matura l’idea di realizzare un ciclo di cinque romanzi veristi ambientati in Sicilia: scrive I Malavoglia e Mastro don Gesualdo che però non riscuotono il successo sperato perché il pubblico non apprezza le nuove tecniche narrative adottate (l’impersonalità e la scelta della lingua vicina al parlato): per questa ragione Verga abbandona il progetto.

Nonostante il ciclo dei vinti non venga terminato, questi romanzi segnano una straordinaria rivoluzione nella storia della letteratura italiana perché per la prima volta rappresentano, con crudo realismo, senza abbellimenti o idealismi, il dramma di coloro che, nella lotta quotidiana per la vita, sono destinati a soccombere.

Nel 1893, Verga torna definitivamente a Catania, dove continua a lavorare senza raggiungere più quelle vette toccate con i lavori precedenti.

Nel 1920 è nominato senatore del Regno d’Italia.

Muore a Catania nel 1922.





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