1. Il fantasy
1.1. Caratteristiche generali
Il fantasy è un genere narrativo basato sul racconto di imprese compiute da personaggi straordinari, che affonda le sue radici nell'epoca cavalleresca medievale.
Come altri testi narrativi, il fantasy ha una struttura lineare ed è caratterizzato dalle classiche fasi della narrazione: situazione iniziale, momento di rottura (o esordio), sviluppo e conclusione, spesso con un lieto fine. Nel corso della storia, il protagonista incontra un ostacolo, che può essere un antagonista (cioè un nemico) oppure un pericolo naturale.
I personaggi del racconto fantasy sono spesso creature appartenenti al mondo della fantasia, come maghi, elfi, draghi e altre figure leggendarie, ma non mancano esseri umani privi di poteri soprannaturali. Solitamente, i protagonisti rappresentano il Bene e combattono contro antagonisti mostruosi, che simboleggiano il Male.
L'epoca in cui sono ambientate le storie è di solito vaga e indefinita. Spesso si tratat di un passato remoto ma non mancano esempi di futuro lontano e persino di presente quotidiano.
Gli scenari sono spesso foreste incantate, grotte, palazzi labirintici, castelli straordinari!
L'ambientazione dunque può ricordare quella della fiaba ma presenta una differenza fondamentale: le storie sono presentate in mondi paralleli al nostro presentati tuttavia come reali.
Per ottenere questo effetto gli autori creano mappe accurate che forniscono precise indicazioni geografiche ottenendo un forte effetto-verità che permette al lettore di immedesimarsi nei personaggi della storia.
Il tema caratteristico del fantasy è la lotta tra il Bene e il Male, che si concretizza soprattutto nello scontro tra il protagonista, ossia l’eroe, e il suo antagonista.
Il genere fantasy ha un grande successo perché lo scontro tra Bene e Male si conclude quasi sempre con la vittoria dell’eroe, il quale rappresenta un paladino della giustizia. Questo aspetto rassicura i lettori e offre una chiara distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
1.1. Lingua e stile
Nel genere fantasy, lo stile e il linguaggio variano notevolmente, riflettendo il tono e l'ambientazione della storia. Spesso si utilizzano parole che arcaiche o elevate per evocare un'atmosfera epica o medievale. Gli autori spesso inventano un lessico specialistico, tipico di alcune categorie di personaggi (come nani, elfi, gnomi, maghi), che varia a seconda della creatura che lo utilizza.
1.3. Storia del genere
Il fantasy trae origine da miti e leggende antiche, come l'Odissea di Omero. Nel XIX secolo, autori come George MacDonald (Phantastes, 1858) e William Morris (The Well at the World's End, 1896) gettano le basi del genere ma è nel XX secolo, con autori come J.R.R. Tolkien (Lo Hobbit, 1937; Il Signore degli Anelli, 1954-1955), considerato il padre del fantasy moderno, e C.S. Lewis (Le Cronache di Narnia, 1950-1956), che il fantasy prende le caratteristiche a cui più siamo abituati.
Altri autori di rilievo sono Robert E. Howard (Conan il Barbaro, 1932), J.K. Rowling (Harry Potter, 1997-2007), George R.R. Martin (Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, 1996-in corso), che hanno rinnovato il genere con narrazioni complesse.
Oggi il fantasy continua a evolversi, mantenendo il suo fascino per mondi magici e avventure epiche.
2. Il fantasy. Produzione
La pioggia cadeva leggera sul bosco silenzioso, avvolgendo tutto in una nebbia umida e profumata di terra bagnata. Lya avanzava con passi incerti tra le radici contorte, stringendo la lanterna con mani tremanti. Si era persa. O almeno così pensava, fino a quando il bagliore azzurro comparve tra gli alberi.
Si avvicinò con cautela. Davanti a lei, incastonata tra due querce secolari, c’era un’antica porta di pietra ricoperta di muschio. Non aveva maniglie, né serrature, solo strani simboli incisi sulla superficie. Quando Lya sfiorò uno di essi con la punta delle dita, l’aria si fece elettrica e un soffio di vento caldo le sollevò i capelli.
La porta si spalancò senza alcun rumore. Oltre, non c’era il bosco, ma un sentiero sospeso nel cielo, fatto di lastre di luce tremolante. Intorno, galleggiavano isole coperte di vegetazione argentea, punteggiate da torri di cristallo. Nel cielo viola brillavano stelle immense e vicine, come se si potessero toccare con un dito.
Il cuore di Lya martellava nel petto. Entrare o fuggire?
Una voce sussurrò nel vento: “Ti stavamo aspettando…”
Lya fece un respiro profondo e mosse il primo passo oltre la soglia.
Dopo aver scritto il racconto, rispondi a queste domande per migliorarlo:
La pioggia cadeva leggera sul bosco silenzioso, avvolgendo tutto in una nebbia umida e profumata di terra bagnata. Lya avanzava con passi incerti tra le radici contorte, stringendo la lanterna con mani tremanti. Si era persa. O almeno così pensava, fino a quando un bagliore azzurro comparve tra gli alberi.
Si avvicinò con cautela. Davanti a lei, incastonata tra due querce secolari, c’era un’antica porta di pietra ricoperta di muschio. Non aveva maniglie, né serrature, solo strani simboli incisi sulla superficie.
“Ma che cos’è…?” mormorò, avvicinando la mano.
Appena sfiorò uno dei simboli, la pietra si illuminò di un blu intenso e un soffio di vento caldo le sollevò i capelli. La porta si spalancò senza alcun rumore.
Oltre la soglia non c’era il bosco, ma un sentiero sospeso nel cielo, fatto di lastre di luce tremolante. Intorno, galleggiavano isole coperte di vegetazione argentea, punteggiate da torri di cristallo. Nel cielo viola brillavano stelle immense e vicine, come se si potessero toccare con un dito.
“Sto sognando?” sussurrò Lya.
Una risata leggera risuonò nel vento.
“No, sei sveglia.”
Lya si voltò di scatto. Dall’altra parte del sentiero, una figura la osservava: un ragazzo dai capelli color della notte e occhi luminosi come due lune piene. Indossava una tunica di seta scura e teneva tra le mani un piccolo cristallo pulsante.
“Chi sei?” domandò lei.
“Ti stavamo aspettando.” Il ragazzo si avvicinò di qualche passo, allungando una mano. “Se attraversi questa porta, non potrai tornare indietro tanto facilmente.”
Lya sentì il cuore martellarle nel petto. Entrare o fuggire?
Guardò un’ultima volta il bosco alle sue spalle, poi rivolse di nuovo lo sguardo al cielo viola, al sentiero di luce, alle stelle così vicine.
“Voglio sapere cosa c’è oltre.”
E, senza più esitazioni, mosse il primo passo oltre la soglia.
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