1. Il contesto
La guerra dei sette anni
La Guerra dei Sette Anni (1756-1763) fu un conflitto su scala globale che coinvolse tutte le principali potenze europee. Sebbene inizialmente si trattasse di una disputa territoriale tra Austria e Prussia, presto la guerra si estese, coinvolgendo anche Francia e Inghilterra, che si scontrarono principalmente per il predominio sui mari e sulle colonie.
Il conflitto ebbe un impatto decisivo sulla geopolitica dell'epoca, determinando il ridimensionamento dell'influenza francese nel Nord America. La Francia, infatti, subì una pesante sconfitta e con la firma del Trattato di Parigi (1763) fu costretta a cedere alla Gran Bretagna il Canada e la Louisiana orientale, mentre la Spagna ottenne la Louisiana occidentale. L'Inghilterra, già in possesso di tredici colonie nel Nord America, consolidò il proprio dominio, ma la guerra lasciò anche un pesante fardello economico sulle casse britanniche, il che portò il governo inglese a imporre nuove tasse alle colonie americane, innescando un crescente malcontento.
2. Le tredici colonie e i motivi dello scontro con l'Inghilterra
Le tredici colonie britanniche in Nord America, che si estendevano lungo la costa atlantica, godevano di una certa autonomia politica ed economica. Tuttavia, la madrepatria imponeva loro restrizioni commerciali molto rigide: i coloni erano obbligati a vendere le loro materie prime solo all'Inghilterra e non potevano produrre beni manifatturieri che potessero competere con quelli inglesi.
Queste limitazioni economiche erano già mal tollerate, ma la situazione peggiorò quando il governo britannico decise di introdurre nuove tasse per coprire i costi della Guerra dei Sette Anni. Tra le misure più contestate vi furono il Sugar Act (1764) e lo Stamp Act (1765), che imponevano tributi sulle importazioni di zucchero e su tutti i documenti ufficiali. Queste imposte scatenarono forti proteste tra i coloni, che sostenevano di non dover pagare tasse a un governo in cui non avevano rappresentanza parlamentare ("No taxation without representation").
Quando il governo britannico introdusse il Tea Act (1773), che conferiva alla Compagnia delle Indie Orientali il monopolio sulla vendita del tè nelle colonie, i coloni risposero con la celebre Boston Tea Party, un atto di protesta in cui alcuni ribelli travestiti da nativi americani rovesciarono un carico di tè nel porto di Boston. La reazione di Londra fu dura: furono imposte nuove misure repressive e vennero inviate truppe per ristabilire l'ordine. A quel punto, i rappresentanti delle colonie si riunirono nel Primo Congresso Continentale (1774) per discutere della situazione e, successivamente, nel Secondo Congresso Continentale (1775) per organizzare la resistenza contro l'Inghilterra. La decisione definitiva giunse il 4 luglio 1776, con l'approvazione della Dichiarazione d'Indipendenza.
3. La Dichiarazione d'indipendenza
La Dichiarazione d'Indipendenza, redatta principalmente da Thomas Jefferson, è un documento di straordinaria importanza storica e filosofica. Essa sanciva ufficialmente la separazione delle colonie dalla Gran Bretagna e stabiliva alcuni principi fondamentali:
Tutti gli uomini sono uguali e hanno diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità;
Il governo esiste per garantire questi diritti e deve basarsi sul consenso dei governati;
Se un governo viola tali diritti, il popolo ha il diritto di ribellarsi e di instaurare un nuovo governo.
Oltre a segnare la nascita degli Stati Uniti d'America, la Dichiarazione rappresentò un evento epocale perché fu il primo documento ufficiale a mettere per iscritto i principi cardine dell'Illuminismo. Le idee di libertà, uguaglianza e autodeterminazione influenzarono profondamente la politica e la filosofia occidentale, ispirando le future rivoluzioni, tra cui la Rivoluzione Francese del 1789.
4. La guerra
La Dichiarazione d'Indipendenza diede il via alla Guerra d'Indipendenza Americana (1775-1783), un conflitto lungo e difficile in cui i coloni americani si scontrarono con le forze britanniche. Nei primi anni di guerra, l'esercito coloniale subì diverse sconfitte a causa della superiorità militare inglese, ma la situazione cambiò grazie alla guida del generale George Washington e al sostegno della Francia, che intervenne con uomini, armi e risorse economiche.
La svolta decisiva avvenne con la battaglia di Saratoga (1777), che convinse la Francia a entrare ufficialmente in guerra contro l'Inghilterra. Nel 1781, dopo la vittoria delle forze americane nella battaglia di Yorktown, il Regno Unito fu costretto a negoziare la pace. Con il Trattato di Versailles (1783), l'Inghilterra riconobbe ufficialmente l'indipendenza delle colonie, che si unirono in una federazione con un governo centrale responsabile della politica estera, della difesa, delle finanze e del commercio.
5. La conquista del West
Dopo aver ottenuto l'indipendenza, gli Stati Uniti iniziarono un rapido processo di espansione verso l'ovest, noto come la conquista del West. Gli americani si spinsero progressivamente oltre i Monti Appalachi, occupando nuove terre fino a raggiungere l'Oceano Pacifico. Questo processo avvenne in modi diversi:
Acquisto di territori: ad esempio, nel 1803 gli Stati Uniti acquistarono la Louisiana dalla Francia di Napoleone.
Conquiste militari: territori come il Texas furono ottenuti con la forza, spesso a discapito del Messico.
Trattati e guerre contro i nativi americani: gli indiani d'America, che abitavano le regioni occidentali da secoli, furono progressivamente espropriati delle loro terre e costretti a vivere in riserve. Molte tribù furono sterminate in scontri armati o decimate da malattie introdotte dagli europei.
L'ideologia che giustificava questa espansione era il Destino Manifesto, la convinzione che gli Stati Uniti avessero il diritto e il dovere di espandersi su tutto il continente. Questo processo, se da un lato permise la crescita economica del paese, dall'altro ebbe conseguenze devastanti per le popolazioni indigene, che furono quasi completamente annientate.
6. Una nuova potenza
Grazie a queste vicende, gli Stati Uniti divennero in pochi decenni una potenza emergente, ponendo le basi per il loro futuro predominio economico e politico nel mondo.
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