Le varie versioni
I Promessi Sposi sono un romanzo storico, ossia un romanzo in cui si mescolano vicende storiche e fatti e personaggi nati dalla fantasia dell’autore.
Com’è noto la celebre opera manzoniana è il frutto di un lungo e laborioso lavoro. La composizione dell’opera comincia nel 1821 e termina nel 1823 con la prima stesura dal titolo Fermo e Lucia; nel 1827, in seguito ad una revisione e riscrittura dell’opera, avviene la prima pubblicazione con il titolo i Promessi Sposi; nel 1840 infine, esce una seconda ed ultima versione, interamente rivista sotto il profilo linguistico.
La struttura e l'espediente del manoscritto
Il romanzo comprende un´introduzione, 38 capitoli, e un´appendice (Storia della colonna infame).
L'introduzione è molto importante perché in questa il Manzoni spiega l'origine della storia che si appresta a raccontare. L'autore sostiene di aver ritrovato un antico manoscritto del Seicento in cui è narrata la vicenda di alcune persone di modesta condizione sociale. La storia è scritta nell'italiano dell'epoca (quindi in una forma antiquata), ma essendo molto bella lo scrittore decide di trascriverla per farla conoscere ad un pubblico più ampio. Ovviamente non esiste nessun manoscritto e Manzoni si è solo avvalso di un espediente letterario per fare in modo che le critiche alla dominazione spagnola non potessero essere riferite a lui ma ad altri.
La trama
Manzoni ambienta la vicenda nella Lombardia del Seicento, tra il 1628 e il 1630, descrivendo con fedeltà i costumi e gli eventi del tempo.
I protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani di umile condizione che vivono nei pressi del lago di Como, in procinto di sposarsi. Purtroppo il loro matrimonio viene avversato ed impedito da don Rodrigo, un signorotto del posto, che, invaghitosi di Lucia, invia dei malviventi a minacciare il curato don Abbondio, che avrebbe dovuto celebrare le nozze.
Dopo il fallimento del matrimonio a sorpresa e il tentativo di rapire Lucia, i due giovani, aiutati dal coraggioso fra Cristoforo, sono costretti a lasciare il paese.
Renzo si reca a Milano e Lucia, in compagnia della madre, si rifugia in un monastero a Monza sotto la protezione di suor Gertrude.
Ma a Milano Renzo è coinvolto nei tumulti scoppiati in seguito alla scarsità del pane e scambiato per uno dei capi della rivolta, fugge e ripara a Bergamo presso un cugino. Lucia intanto, grazie alla complicità di suor Gertrude, viene rapita dai bravi dell’Innominato, un potente malfattore cui si è rivolto don Rodrigo. Ma l’Innominato, in seguito da una crisi di coscienza, con il supporto spirituale del cardinal Borromeo, libera Lucia che viene ospitata insieme alla madre da don Ferrante e donna Prassede a Milano.
Intanto agli orrori della guerra che si è abbattuta sulla Lombardia si aggiungono quelli della peste. Anche Renzo si ammala ma, guarito, si reca a Milano dove scopre che Lucia è stata ricoverata in un lazzaretto (il luogo dove vengono portati gli appestati). Qui incontra fra Cristoforo che gli mostra don Rodrigo morente e Lucia ormai guarita.
Placatasi la peste, Renzo e Lucia tornano in paese e finalmente si sposano e si trasferiscono in un paese nei pressi di Bergamo dove Renzo acquista un´azienda tessile e la loro vita diventa "una delle vite più tranquille, delle più felici e delle più invidiabili".
La Provvidenza
La Provvidenza è uno dei temi principali del romanzo manzoniano. Questa può essere intesa come l'intervento di Dio nelle vicende umane. La Provvidenza è un elemento di compensazione che viene spesso in soccorso dei deboli che hanno subito un torto o interviene per consolare e dare un senso alle pene patite. Grazie alla presenza della Provvidenza chi legge l’opera ha sempre l'impressione che tutto alla fine si concluderà con un lieto fine.
La Provvidenza è presente lungo tutto lo sviluppo del romanzo: nella Provvidenza confida Padre Cristoforo quando è costretto ad abbandonare i suoi due protetti; nella Provvidenza confida Lucia quando nell'abbandonare il suo paese, piange, ma non si dispera perché si affida completamente ai Dio.
L’ episodio provvidenziale per eccellenza è quello della conversione dell’Innominato. Lucia, una volta rapita per ordine di quest’ultimo, viene portata al suo castello dove con i suoi modi da creatura angelica, scatena un forte turbamento nell’animo dell’Innominato, che decide di convertirsi e passare dalla parte dei più deboli.
Gli umili come protagonisti
Una delle grandi novità dell’opera consiste nel mettere al centro della storia gli umili. I protagonisti infatti non sono due creature eccezionali, ma due popolani.
La questione della lingua
I Promessi Sposi sono un’opera molto importante anche per la questione della lingua. Infatti, in un periodo in cui si andava realizzando l’unità d’Italia, il romanzo ha contribuito a dare uniformità all’italiano parlato e scritto. Fondamentale è stata la decisione dell’autore di scegliere la forma del parlato toscano, offrendo, in continuità con la tradizione, un esempio di lingua valido per tutti gli italiani.