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Il cinque maggio - di Alessandro Manzoni - Parafrasi

Il cinque maggio - di Alessandro Manzoni - Parafrasi
Autore: Sistema
Data: 19/10/2025
Tipo: Materiale didattico
Dimensione: 13401 caratteri
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  1. Ei fu. Siccome immobile,
  2. dato il mortal sospiro,
  3. stette la spoglia immemore
  4. orba di tanto spiro,
  5. così percossa, attonita
  6. la terra al nunzio sta,
  7. muta pensando all'ultima
  8. ora dell'uom fatale;
  9. né sa quando una simile
  10. orma di pie' mortale
  11. la sua cruenta polvere
  12. a calpestar verrà.
  13. Lui folgorante in solio
  14. vide il mio genio e tacque;
  15. quando, con vece assidua,
  16. cadde, risorse e giacque,
  17. di mille voci al sònito
  18. mista la sua non ha:
  19. vergin di servo encomio
  20. e di codardo oltraggio,
  21. sorge or commosso al sùbito
  22. sparir di tanto raggio;
  23. e scioglie all'urna un cantico
  24. che forse non morrà.
  25. Dall'Alpi alle Piramidi,
  26. dal Manzanarre al Reno,
  27. di quel securo il fulmine
  28. tenea dietro al baleno;
  29. scoppiò da Scilla al Tanai,
  30. dall'uno all'altro mar.
  31. Fu vera gloria? Ai posteri
  32. l'ardua sentenza: nui
  33. chiniam la fronte al Massimo
  34. Fattor, che volle in lui
  35. del creator suo spirito
  36. più vasta orma stampar.
  37.  La procellosa e trepida
  38. gioia d'un gran disegno,
  39. l'ansia d'un cor che indocile
  40. serve, pensando al regno;
  41. e il giunge, e tiene un premio
  42. ch'era follia sperar;
  43. tutto ei provò: la gloria
  44. maggior dopo il periglio,
  45. la fuga e la vittoria,
  46. la reggia e il tristo esiglio;
  47. due volte nella polvere,
  48. due volte sull'altar.
  49. Ei si nomò: due secoli,
  50. l'un contro l'altro armato,
  51. sommessi a lui si volsero,
  52. come aspettando il fato;
  53. ei fe' silenzio, ed arbitro
  54. s'assise in mezzo a lor.
  55. E sparve, e i dì nell'ozio
  56. chiuse in sì breve sponda,
  57. segno d'immensa invidia
  58. e di pietà profonda,
  59. d'inestinguibil odio
  60. e d'indomato amor.
  61. Come sul capo al naufrago
  62. l'onda s'avvolve e pesa,
  63. l'onda su cui del misero,
  64. alta pur dianzi e tesa,
  65. scorrea la vista a scernere
  66. prode remote invan;
  67. tal su quell'alma il cumulo
  68. delle memorie scese.
  69. Oh quante volte ai posteri
  70. narrar se stesso imprese,
  71. e sull'eterne pagine
  72. cadde la stanca man!
  73. Oh quante volte, al tacito
  74. morir d'un giorno inerte,
  75. chinati i rai fulminei,
  76. le braccia al sen conserte,
  77. stette, e dei dì che furono
  78. l'assalse il sovvenir!
  79. E ripensò le mobili
  80. tende, e i percossi valli,
  81. e il lampo de' manipoli,
  82. e l'onda dei cavalli,
  83. e il concitato imperio
  84. e il celere ubbidir.
  85. Ahi! forse a tanto strazio
  86. cadde lo spirto anelo,
  87. e disperò; ma valida
  88. venne una man dal cielo,
  89. e in più spirabil aere
  90. pietosa il trasportò;
  91. e l'avvïò, pei floridi
  92. sentier della speranza,
  93. ai campi eterni, al premio
  94. che i desideri avanza,
  95. dov'è silenzio e tenebre
  96. la gloria che passò.
  97. Bella Immortal! benefica
  98. Fede ai trïonfi avvezza!
  99. Scrivi ancor questo, allegrati;
  100. ché più superba altezza
  101. al disonor del Gòlgota
  102. giammai non si chinò.
  103. Tu dalle stanche ceneri
  104. sperdi ogni ria parola:
  105. il Dio che atterra e suscita,
  106. che affanna e che consola,
  107. sulla deserta coltrice
  108. accanto a lui posò

1-12 Egli fu [[cioè, egli è morto]]. Come il corpo di Napoleone [[il cui nome però è sempre taciuto nel testo]] ormai privo di ricordi, rimane immobile, dopo l'ultimo respiro, privo di uno spirito così grande, così tutto il mondo  rimane immobile, colpito e attonito all’annuncio della morte di quell’uomo mandato dal destino;
si chiede quando mai un altro uomo altrettanto grande potrà lasciare impressa una traccia (orma) paragonabile a quella che egli ha lasciata sulla polvere insanguinata dalle guerre (cruenta polvere - Metonimia).


13-24 Il mio spirito di poeta (il mio genio) lo vide trionfare sul trono imperiale (in solio) e tacque; quando con alterne vicende (con vece assidua) si risollevò e fu di nuovo sconfitto, [[il mio ingegno]] non ha unito la sua voce al frastuono di altre mille voci; il mio spirito poetico non contaminato né da lodi servili (servo encomio) né da vili insulti, ora si innalza commosso per l'improvvisa scomparsa di un personaggio così importante (tanto raggio); e rivolge alla tomba un canto che forse resterà eterno.

25-36  Dalla campagna d'Italia (Alpi) alla spedizione d'Egitto (Piramidi), dalla Spagna [[il Manzanarre è il fiume spagnolo che bagna Madrid]] alla Germania (Reno), l'azione fulminea di quell'uomo seguiva immediatamente ogni suo progetto (baleno)  Questo fulmine scoppiò [[prosegue la metafora del fulmine con il rumore del tuono]] dall'estrema punta dell'Italia [[Scilla si trova in Calabria] fino al Don in Russia [[Tanai: nome classico del Don]] da un mare all’altro [[dall’Atlantico al Mediterraneo]].  Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza. Noi ci inchiniamo umilmente davanti a Dio (al Massimo Fautor) che volle imprimere (stampar) in lui un ampio segno del suo spirito creatore.


37-48 La tempestosa (procellosa) e trepidante gioia di un grandissimo progetto, l'insofferenza di un animo ribelle che accetta di obbedire pensando al potere (al regno); e lo (il) raggiunge e ottiene un premio [l'Impero] che sarebbe stato una follia sperare; tutto egli provò: la gloria, tanto più grande dopo il pericolo (periglio), la fuga e la vittoria; il potere e l'esilio umiliante: due volte sconfitto (nella polvere), due volte vincitore (sull'altar). [[Napoleone subì due gravi disfatte, a Lipsia e a Waterloo, e due volte fu circondato di gloria, durante l'Impero e i "Cento giorni"]].


49-60 Egli pronunciò il suo nome (si nominò, cioè si accampò sulla scena della storia): e due secoli tra loro opposti per concezioni culturali [[il Settecento e l'Ottocento]] si rivolsero a lui docili, come aspettando il loro destino (fato); egli fece silenzio e si sedette tra loro come arbitro. E, nonostante tutto, scomparve e fu costretto a trascorrere i suoi giorni nell'ozio di un'isola così piccola  (sì breve spondasineddoche contrasto con l’ampiezza territoriale delle sue conquiste) oggetto (segno) di immensa invidia e di profonda pietà, di odio inestinguibile e di amore invincibile (indomito).

61-72 [[Comincia adesso un lungo ed elaborato paragone; Napoleone in esilio è qui paragonato a un naufrago che cerca inutilmente una via di scampo, ma alla fine si lascia sommergere dal mare in tempesta; così egli, dopo aver lottato tanto, quasi schiacciato dal peso dei ricordi e delle responsabilità, s’abbandona alla disperazione]] Come  (similitudine) sul capo del naufrago si abbatte e minaccia di travolgerlo, l'onda su cui poco prima (dinanzi) lo sguardo del misero scorreva alto e proteso ad avvistare inutilmente terre lontane (scerne prode remote invan), così il peso dei ricordi scese sull'anima (alma) di Napoleone. Oh quante volte cominciò a raccontare ai posteri le sue memorie, e su quelle pagine, destinate a ricordarlo per l'eternità, cadde la sua mano stanca!

73-84 [[Manzoni continua a descrivere la vita dell’esule a Sant’Elena. ]] Oh quante volte al silenzioso tramonto di una giornata oziosa (inerte), abbassati gli occhi lampeggianti (rai fulminei) rimase immobile con le braccia conserte a fu assalito dai ricordi dei giorni passati! E ripensò agli accampamenti mobili, alle trincee battute dal fuoco dell'artiglieria (percossi valli), allo scintillio delle armi dei soldati (lampo dei manipoli), all'avanzare della cavalleria, agli ordini (impero) impartiti e alla loro rapida esecuzione.

85-96 [[Il poeta immagina che forse davanti al contrasto straziante tra il passato tumultuoso e il presente così inerte, quell’animo spossato fu preso dalla disperazione. Qui comincia l’ultimo tema dell’ode, la fiducia in Dio, che è speranza per tutti quelli che soffrono. Così anche Napoleone, caduto nella disperazione, trova rifugio e conforto nella mano di Dio, che pietosamente lo trasporta “in più spirabil aere” (espresso con un iperbato) e lo avvia per i sentieri fioriti della speranza, verso orizzonti infiniti, verso una meta che è più radiosa di ogni desiderio (la gloria eterna che supera ogni desiderio umano), in un regno dove tutto è pace, dove non giunge più l’eco della gloria fragile e debole degli uomini (la gloria che passò).]]
Ahi, forse di fronte a tanto dolore (strazio) il suo spirito affranto si smarrì (cadde) e si disperò; ma una mano salda [[l'aiuto di Dio]] scese dal cielo e, pietosa, lo trasportò in un'altra più serena (spirabil aere); e lo guidò attraverso i fioriti sentieri della speranza verso la beatitudine eterna (campi eterni), verso il premio che supera ogni desiderio umano, dove la gloria terrena non ha più alcun valore.

97-108 Bella, immortale, benefica Fede, abituata (avvezza) ai trionfi, registra anche questo, rallegrati; perché mai un uomo così grande (più superba altezza) si inchinò davanti alla croce (al disonor del Golgota). Tu, o Fede, allontana (sperdi) dagli antichi resti mortali (ceneri) di quest'uomo ogni parola malvagia (ria); il Dio che ha il potere di abbattere gli uomini e di consolarli, si è posato accanto a lui, sul solitario letto di morte.