Commento
Contesto, argomento, messaggio
Il "Sabato del Villaggio", composto a Recanati, nel 1829, prima de "La quiete dopo la tempesta", fa parte dei "grandi idilli".
In questo componimento il poeta descrive la vita del sabato nel suo villaggio.
La poesia può essere divisa in due parti:
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la prima parte è descrittiva e trasmette l'allegria dei giorni di festa, seguita dal silenzio interrotto dal lavoro del falegname. I primi versi contrastano la gioia del giorno con la tranquillità del sonno.
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la parte finale è riflessiva, dove il poeta considera il futuro quando la routine porterà noia e riflette sulla fugacità della giovinezza.
Il tema predominante è quello del piacere, inteso leopardianamente come l'attesa speranzosa di un bene; nella poesia è presente anche il tema del ricordo dei giorni spensierati, (che si ritrova anche in altri suoi componimenti come "A Silvia"). Nei versi finali, il poeta contrappone la spensieratezza del momento, simbolo della giovinezza, al futuro, simbolo dell'inevitabile noia e vecchiaia.
Nelle serate del sabato, l'intero villaggio si anima di festività e vitalità, anticipando con gioia la domenica seguente. Tuttavia, questa gioia è effimera, destinata a svanire una volta arrivato il giorno tanto atteso. Le ore domenicali, una volta tanto desiderate, si trasformano presto in monotonia e tristezza, poiché ognuno è tormentato dal pensiero del lavoro che lo aspetta il giorno dopo. Questa esperienza riflette la natura della vita umana: l'età adulta spesso delude rispetto alle speranze e alle gioie della giovinezza. Così come Leopardi ci ha insegnato, la vera serenità e felicità sembrano risiedere esclusivamente nell'attesa di qualcosa di bello e desiderato. Tutto il resto si rivela, alla fine, come un amaro disinganno.
Lingua, stile e forma metrica
Canzone libera di settenari e endecasillabi, raggruppati in quattro strofe di lunghezza differente; due versi (41 e 43) sfuggono alla rima.
L'agilità e il movimento del ritmo sono ottenuti con i settenari, mentre l'endecasillabo contribuisce a rallentare il ritmo, creando un'atmosfera più contemplativa.
La lingua è caratterizzata da un delicato equilibri tra termini semplici e quotidiani e di termini preziosi e letterari.
Nella poesia,sono presenti numerose figure retoriche tra cui le seguenti:
- la litote quando afferma "altro dirti non vo'", con l'intento di non scoraggiare i lettori;
- nella prima parte della poesia, si possono notare numerose allitterazioni con doppie consonanti, come "donzelletta, mazzolin, vecchierella, novellando, sulla, bella, colli...", e con la ripetizione degli stessi suoni, come in "in sul calar del sole" e "siccome suole";
- odi...odi, anafora.
Parafrasi e note utili per il commento
TESTO | PARAFRASI |
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La fanciulla (la donzelletta – diminutivo arcaico) ritorna dalla campagna al tramonto, portando un fascio d’erba e tiene in mano un mazzolino di rose e di viole, con le quali, come è solita, si prepara a ornare l'indomani, giorno di festa, il petto e i capelli (crine). Poi quando intorno ogni luce (face - latinismo) è sopenta e tutto è silenzio, senti il martello picchiare, senti la sega del falegname, che sveglio nella sua bottega chiusa, alla luce della lucerna, si affretta e si adopera per finire il lavoro prima della luce dell’alba. Questo è il giorno [il sabato, che si è appena concluso] più gradito della settimana, pieno di speranza (speme - latinismo) e di gioia: domani le ore porteranno tristezza e noia, e ognuno tornerà col pensiero alla fatica di tutti i giorni. Ragazzo allegro/scanzonato, questa giovinezza è come un giorno pieno di felicità, luminoso, sereno, che precede la maturità. |