Mario legge il giornale, Ilario gioca con la sua macchinina e io faccio i compiti.
L'irlandese ha chiuso subito la contesa.
Le parole in grassetto svolgono la stessa funzione: indicano delle azioni. Si tratta di verbi. Si dice che il verbo è la parte fondamentale del discorso perché senza di esso non è possibile esprimere alcun concetto. Nei casi in cui non è espresso, la sua èresenza è sottintesa:
Fuori di qui! = Vai / Andate fuori di qui!
Lucia gioca con il computer.
Mario e Ilario giocano con Argo.
La squadra giocò benissimo per tutta la partita.
Negli esempi proposti le parole in grassetto sono evidentemente apparentate tra loro: si tratta di tre forme diverse del verbo giocare. Le diverse forme servono ad esprimere particolari sfumature della stessa azione: gioca indica che in questo momento un soggetto (Lucia) sta compiendo l'azione di giocare; giocano indica che l'azione di giocare è compiuta, in questo momento, da più persone (Mario e Ilario); giocò indica che l'azione di giocare è stata compiuta nel passato da un soggetto.
Esaminando le tre forme verbali appena viste si evince che esse hanno in comune una parte (gioc-), mentre differiscono per il resto (-a, -ano, ò). La prima parte, quella comune (gioc-) si chiama radice ed è invariabile; la seconda (-a, -ano, ò) è chiamata desinenza ed è variabile.
La desinenza fornisce informazioni su:
- la persona che compie o subisce l'azione (1°, 2°, 3°);
- il numero (singolare o plurale)
- il modo in cui ci viene presentata l'azione (reale, ipotetico...);
- il tempo in cui avviene l'azione (presente, passato, futuro).
I verbi si coniugano aggiungendo alla radice la desinenza in base alla persona, al numero, al tempo e al modo richiesti.
Tutti i verbi della lingua italiana, ad eccezione di essere e avere, seguono tre modelli e sono quindi suddivisi in tre coniugazioni che si distinguono dalla desinenza con cui terminano all'infinito presente:
- prima coniugazione = verbi in -are (am-are, ricord-are, salt-are);
- seconda coniugazione = verbi in -ere (sede-ere, corr-ere. sap-ere);
- terza coniugazione = verbi in -ire (usc-ire, part-ire, scolp-ire).
I verbi appartenenti alle tre coniugazioni sono detti regolari perché mantengono inalterata la radice e hanno le stesse desinenze in tutti i modi e in tutti i tempi
amare = amavi | leggere = leggevi | sentire = sentivi |
gridare = gridavi | vendere = vendevi | partire = partivi |
suonare = suonavi | ||
amare = amaste | leggere = leggeste | sentire = sentiste |
Esistono anche verbi irregolari che si discostano dal modello delle tre coniugazioni e che possono subire il mutamento della radice.
Le vocali a, e, i si dicono vocali tematiche perché servono a distinguere le tre coniugazioni. L'insieme della radice e della vocale tematica costituisce il tema del verbo.