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[B1.1] Morfologia - Il verbo - Che cos‘ è il verbo

[B1.1] Morfologia - Il verbo - Che cos‘ è il verbo
Autore: Sistema
Data: 18/10/2025
Tipo: Materiale didattico
Dimensione: 5115 caratteri
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Mario legge il giornale, Ilario gioca con la sua macchinina e io faccio i compiti.
L'irlandese ha chiuso subito la contesa.

Le parole in grassetto svolgono la stessa funzione: indicano delle azioni. Si tratta di verbi. Si dice che il verbo è la parte fondamentale del discorso perché senza di esso non è possibile esprimere alcun concetto. Nei casi in cui non è espresso, la sua èresenza è sottintesa:

Fuori di qui! = Vai / Andate fuori di qui!

 

>>Definizione<< Il verbo è la parte variabile del discorso con la quale si esprimono, collocandoli nel tempo, un'azione, un evento, un'esistenza, un modo di essere, uno stato. Il verbo è la parte più importante del discorso, l'elemento fondamentale per comunicare.

 


 

Lucia gioca con il computer.
Mario e Ilario giocano con Argo.
La squadra giocò benissimo per tutta la partita.

Negli esempi proposti le parole in grassetto sono evidentemente apparentate tra loro: si tratta di tre forme diverse del verbo giocare. Le diverse forme servono ad esprimere particolari sfumature della stessa azione: gioca indica che in questo momento un soggetto (Lucia) sta compiendo l'azione di giocare; giocano indica che l'azione di giocare è compiuta, in questo momento,  da più persone (Mario e Ilario); giocò indica che l'azione di giocare è stata compiuta nel passato da un soggetto.

Esaminando le tre forme verbali appena viste si evince che esse hanno in comune una parte (gioc-), mentre differiscono per il resto (-a, -ano, ò). La prima parte, quella comune (gioc-) si chiama radice ed è invariabile; la seconda (-a, -ano, ò) è chiamata desinenza ed è variabile.

La desinenza fornisce informazioni su:

  • la persona che compie o subisce l'azione (1°, 2°, 3°);
  • il numero (singolare o plurale)
  • il modo in cui ci viene presentata l'azione (reale, ipotetico...);
  • il tempo in cui avviene l'azione (presente, passato, futuro).

 

I verbi si coniugano aggiungendo alla radice la desinenza in base alla persona, al numero, al tempo e al modo richiesti.

>>Definizione<< L'insieme di tutte le forme che il verbo può assumere, modificando la desinenza, si chiama congiunzione.

 


 

Tutti i verbi della lingua italiana, ad eccezione di essere e avere, seguono tre modelli e sono quindi suddivisi in tre coniugazioni che si distinguono dalla desinenza con cui terminano all'infinito presente:

  • prima coniugazione = verbi in -are (am-are, ricord-are, salt-are);
  • seconda coniugazione = verbi in -ere (sede-ere, corr-ere. sap-ere);
  • terza coniugazione = verbi in -ire (usc-ire, part-ire, scolp-ire).

 

I verbi appartenenti alle tre coniugazioni sono detti regolari perché mantengono inalterata la radice e hanno le stesse desinenze in tutti i modi e in tutti i tempi

     
amare = amavi leggere = leggevi sentire = sentivi
gridare = gridavi vendere = vendevi partire = partivi
suonare = suonavi    
amare = amaste leggere = leggeste sentire = sentiste

 

Esistono anche verbi irregolari che si discostano dal modello delle tre coniugazioni e che possono subire il mutamento della radice.

Le vocali a, e, i si dicono vocali tematiche perché servono a distinguere le tre coniugazioni. L'insieme della radice e della vocale tematica costituisce il tema del verbo.